Una «festa di popolo» fatta insieme «a chi crede che non sia giusto in Sicilia continuare con lo sciopero della speranza».

Blazer blu e camicia bianca senza cravatta e persino un filo d’abbronzatura. Nello Musumeci si è presentato così al popolo di Diventerà Bellissima, quello che ha tirato la lunga volata per Palazzo d’Orleans, e che ieri sfidato la calura inclemente di giugno per salutare l’importante momento di transizione che attende il movimento. L’appuntamento, canicola a parte, con “La Sicilia protagonista nel sud”, ha trovato puntuale il mondo della politica siciliano più vicino e organico al governatore siciliano.

«Serve un centrodestra più forte, unito, meno litigioso, capace di aprirsi al cuore della gente con il linguaggio della serenità e del rispetto dell’avversario. Guardiamo alle forze politiche del centrodestra: la Lega è grande maggioranza e dobbiamo chiederci perché al Sud non riesce ad avere le stesse percentuali del Nord e perché milioni di meridionali non vanno a votare. Dobbiamo rappresentare questa fascia di persone». Parla da «presidente di questa Regione», Musumeci, ma «anche da uomo di centrodestra». E il governatore lancia messaggi precisi. «Noi vogliamo essere l’elemento di novità per intercettare questi milioni di meridionali che hanno bisogno di essere rappresentati. Il problema non è essere amici della Lega o degli altri partiti. Decideremo fra qualche mese se costituire una federazione o un’alleanza con la Lega». Una gamba meridionale del Carroccio, un leghista del Sud, come anticipato da “La Sicilia”. E il flirt ormai più che avanzato con Matteo Salvini è chiaro nel giudizio sul governo: «Meno male che c’è una certa attenzione da parte della Lega, che non ha dato tutte le risposte che doveva dare a partire dal tonno rosso su cui la Sicilia è stata penalizzata. Alla Lega abbiamo chiesto impegni precisi».

Questa è la road map del movimento, in un centrodestra che Musumeci auspica più unito che mai. «Se Miccichè e Salvini possono stare insieme? Il centrodestra deve essere unito al di là delle simpatie o delle antipatie. La diversità di vedute è normale, altrimenti avremmo un grande partito unico nel Sud. Questo non c’è ed è un bene che non ci sia», dice ai giornalisti che lo aspettano in piazza Verdi. Ma la voglia di unità vale anche a Palazzo dei Normanni. «Sarebbe bello se il centrodestra invece di avere cinque gruppi ne avesse uno capace di difendere le sue strategie. E’ questo l’appello che lanciamo ai nostri alleati». E il rimpasto? «Non ci sono trattative. Il mini-rimpasto che ho voluto sarà fatto tra qualche settimana, non cambieremo 54 assessori come capitato al Governo precedente. Va bene così la squadra, ha la mia fiducia. C’è la necessità di fare qualche sostituzione, la faremo con serenità e in pieno accordo».

Ben altro giudizio sul M5S: «Abbiamo impedito che la Sicilia cadesse nelle mani dei grillini, una pattuglia di impostori, una forza politica rancorosa dal linguaggio violento che si nutre della disperazione della gente, e si permettono di fare la lista dei buoni e dei cattivi, loro che hanno quattro sindaci sotto indagine, ex deputati. Non fate i censori, non fate i professori, fativi accattari da cu nun vi canusci». Più complesso il versante dei rapporti romani pentastellati: «E con chi parliamo con Toninelli che è una calamità nazionale? Una volta i ministri magari erano ladri ma salvavano la faccia, ma Toninelli non salva la faccia visto che risponde solo a qualche suo capocorrente…». Bordate anche sul Pd. «Ci hanno lasciato macerie, stiamo cercando di risolvere i problemi che ci hanno lasciato , con 2 miliardi di euro di disavanzo mai giustificati. Onorevole Faraone ha scoperto oggi i siti archeologici abbandonati ? Dopo che il Pd has “sgovernato” per nove anni?».

Sotto il palco, pochi minuti prima delle 17.30 sembrava che le le note di Jovanotti con il ritornello di “Baciami ancora” girassero quasi a vuoto. Il popolo di Diventerà bellissima cerca riparo nelle zone d’ombra (poche) del sabato umido palermitano. Ma ci sono tutti. Il tempo dell’attesa viene riempito sotto gli alberi o sotto i cornicioni di Piazza Massimo. C’è tempo pure per le goccioline capricciose e intermittenti di pioggia che non hanno la forza neanche di bagnare il selciato, oltre per i “cunti” di Salvo Piparo.

Ma tutti sono qui per ascoltare la “svolta” di Musumeci. «I migranti vanno spalmati su tutti i paesi perché la solidarietà non può essere un tema da conferenza per gli altri e per noi un obbligo quotidiano. L’Europa solidale dimostri di esserlo veramente e dimostri di non essere soltanto un progetto per ricchi», è l’ultimo ammiccamento al Carroccio. Prima del finale: «Grazie per questa enorme dimostrazione di affetto e che Dio ci aiuti senza rosario nelle mani», dice il governatore prendendo – è l’unica volta in tutto il comizio – le distanze dal nuovo alleato di ferro Matteo Salvini.

Fonte: lasicilia.it
(https://www.lasicilia.it/news/politica/253846/musumeci-ufficializza-la-svolta-leghista-e-dio-ci-aiuti-senza-rosario-nelle-mani.html)