Il triste fenomeno del “Blue Whale Game“ sta attirando anche l'attenzione delle Istituzioni.

Il triste fenomeno del “Blue Whale Game“ sta attirando anche l'attenzione delle Istituzioni.Il triste fenomeno del “Blue Whale Game“ sta attirando anche l’attenzione delle istituzioni regionali. L’assessore  alla Famiglia, Carmencita Mangano, ha organizzato un  tavolo tecnico con tutti i soggetti istituzionali coinvolti per trovare strategie concrete utili a fronteggiare questo pericoloso fenomeno. Dopo il susseguirsi di casi,  da Palermo a Caltanissetta, che stanno mettendo a rischio l’incolumità degli adolescenti coinvolti,  la Regione siciliana si mobilita. “Nei prossimi giorni convocherò la Commissione per la devianza, sicurezza e inclusione sociale – spiega l’assessore regionale alla Famiglia, Carmencita Mangano – come istituzione regionale  ma soprattutto come medico e psichiatra, sento la necessità di dare alle famiglie e ai ragazzi una risposta concreta che non sia fatta di slogan ma di soluzioni reali. Occorre capire al più presto come fronteggiare questo fenomeno che pur avendo il format di un gioco è una vera e propria devianza”. Del tavolo tecnico che non si riunisce da tempo faranno parte rappresentanti dell’Ufficio scolastico regionale, delle Prefetture, dell’Anci, delle Aziende sanitarie provinciali. Saranno coinvolti pediatri e neuropsichiatri infantili. Altamente evocativo per l’assessore, alla guida dell’assessorato da un paio di mesi, il nome usato per indicare il “gioco”: Blue Whale ossia Balena Blu. “I biologi marini ci dicono che questi cetacei spesso disorientati si spiaggiano e finiscono con il morire –  prosegue Mangano -. son si può allora non sentire l’urlo di queste esistenze spiaggiate, disorientate e pronte a morire. È un dovere etico prima che politico intervenire per arginare questo fenomeno”. Un gioco dell’orrore che per l’esponente della Giunta Crocetta “non è neppure un gioco”, ma la celebrazione di un rito deviato e malato, la manifestazione di un disagio fortissimo, che ha radici antiche, forse in un’infanzia negata, in nuclei familiari non sani”. E il rischio emulazione legato alla diffusione mediatica dei casi sospetti scoperti? “C’è in questo caso come in altri perché persone fragili, esistenze più deboli possono non avere le risorse necessarie a elaborare le sollecitazioni esterne in modo adeguato. Anche per questo bisogna intervenire subito” conclude Mangano.

Davide Difazio, giornalista iscritto all’albo nazionale dei giornalisti, elenco pubblicisti Sicilia, dal 09/05/2003 N° di tessera 098283, protagonista di diverse trasmissioni televisive in Rai e Mediaset ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali ottenendo risultati lusinghieri. Fondatore della testata giornalistica Siciliareporter.com, in pochi anni , è riuscito a far diventare il portale un importante punto di riferimento per l'informazione siciliana.