Emergono ulteriori novità dal maxi-blitz messo in campo dai reparti speciali di carabinieri e guardia di finanza nei confronti del clan Bontempo-Scavo che avrebbe finito con il coinvolgere il Notaio di Canicattì Antonino Pecoraro.
Secondo quanto emerso dalle indagini della DIA di Messina, il canicattinese, già attenzionato dal suo stesso ordine professionale per alcuni movimenti sospetti per atti di usucapione, sarebbe stato un pezzo indispensabile della scacchiera volta a permettere ai membri del clan l’acquisizione di alcuni appezzamenti di terreno appartenenti a terze persone senza che questi lo sapessero.
L’intera operazione fraudolenta del gruppo mafioso pare fosse finalizzata alla truffa nei confronti dell’Unione Europea ricevendo i finanziamenti messi a disposizione dalla stessa UE per i proprietari di fondi agricoli.
Una volta venuti a conoscenza delle operazioni illecite i militari della Guardia di Finanza di Canicattì, unitamente ai colleghi di Messina, avrebbero stretto il cerchio intorno al notaio 73enne e prossimo alla pensione sentendo il principale interessato, nonché i propri dipendenti, avviando inoltre delle intercettazioni ambientali dalle quali sarebbe emerso come 1000 atti gli avrebbero fatto guadagnare un milione di euro.
Di Pietro Geremia