L’Agenzia delle Entrate guidata dal Direttore Ernesto Maria Ruffini, che proprio qualche giorno fa ha dichiarato che “il ruolo dei Commercialisti è strategico”, interpellata sull’opportunità per gli studi professionali di beneficiare della sospensione degli adempimenti fiscali nel caso in cui il titolare o suoi collaboratori siano stati posti in “quarantena” per malattia o per ragioni precauzionali, fornisce unarisposta sembra strana e lascia stupiti per la completa mancata considerazione che l’Amministrazione Finanziaria dimostra del diritto alla salute e al lavoro dei professionisti e delle conseguenze eventuali ricadenti nei confronti di tutte le aziende ed i contribuenti, che nell’eventualità di malaugurata impossibilità di potere espletare la funzione del proprio Commercialista, “dovrebbero fare tutto da soli”.

Senza minimamente soffermarsi sulle oggettive difficoltà del momento e senza neppure accennare ad un atteggiamento di comprensione nei riguardi delle enormi difficoltà dei professionisti intermediari che si ammalano o che causa isolamento precauzionale non sono nella condizione di svolgere la loro attività, l’Agenzia delle Entrate non ravvisa che l’impedimento del professionista sia ascrivibile a causa di forza maggiore e che pertanto non ricorrano condizioni oggettive di assoluta impossibilità.

Considerato che il responsabile degli adempimenti tributari e fiscali è comunque il contribuente, sostanzialmente per l’Agenzia il problema non sembra neanche porsi dal momento che, a suo dire, gli adempimenti possono essere espletati dagli stessi contribuenti.

L’Agenzia sa bene che le cose non stanno proprio così, conosce bene i complicati meccanismi tecnici e giuridici: i contribuenti che si avvalgono dell’assistenza del professionista non hanno le capacità tecnico-tributarie per predisporre tali adempimenti, tanto più che nell’attuale emergenza se il professionista è ammalato o sottoposto a quarantena non è ipotizzabile che lo stesso sia in grado di assicurare al contribuente gli strumenti necessari e la assoluta necessaria assistenza perché possa provvedere autonomamente alle scadenze.

Nel nostro Paese la Pubblica Amministrazione da mesi lavora in smartworking, non senza disagi per i funzionari e per gli utenti, professionisti compresi, nel fruire dei servizi, eppure al professionista che si ammala o la cui attività di studio è comunque compromessa a causa della pandemia sono negate misure che sono innanzitutto di buon senso, volte alla salvaguardia della sua salute e alla tutela del suo lavoro.

l’Agenzia delle Entrate si è preoccupata di sottolineare che esiste un vuoto normativo sul tema della sospensione degli adempienti fiscali in caso di malattia del professionista, sappiamo però anche, poiché già accaduto in passato, che l’Amministrazione Finanziaria, in presenza di determinate e oggettive condizioni, ha facoltà di adottare provvedimenti ad hoc.
Sicuramente l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha acuito disparità di trattamento nelle condizioni di lavoro e ciò rende ancora più urgente che si giunga rapidamente all’approvazione della legge sulla malattia e infortunio del professionista il cui iter parlamentare è in corso.

Ci uniamo quindi ad ANC e al Consiglio Nazionale per i numerosi e pressanti appelli Al Governo e al Parlamento a fare in modo che il DDL sulla malattia e infortunio del professionista diventi presto legge, e comunque nell’attesa chiediamo che, in conseguenza della pandemia e dei suoi effetti, sia disposta con urgenza la sospensione degli adempimenti fiscali e tributari.