La Federazione Provinciale del PD di Agrigento esprime condivisione e sostegno alla battaglia intrapresa dalle rappresentanze sindacali unitarie del comparto scuola, in merito alle scelte assunte dai vertici dell’Amministrazione scolastica provinciale nella costituzione degli organici di diritto degli istituti scolastici del territorio agrigentino, per l’anno 2021/2022, con la previsione di consistenti tagli delle classi prime negli Istituti di istruzione secondaria superiore.

Il nostro timore è che tali scelte, ove confermate, oltre a segnare una incomprensibile cesura fra l’amministrazione scolastica e un’ampia parte di dirigenti ed operatori scolastici del territorio, palesemente e comprensibilmente in dissenso con l’applicazione di tali parametri, rischierebbero di arrecare evidente pregiudizio alle aspettative di migliaia di famiglie e di studenti della provincia, i quali –  con buona pace dei loro futuri progetti di crescita formativa –  vedrebbero drasticamente ridimensionate le loro possibilità di scelta di percorsi didattici, con la prevedibile scomparsa, nel giro di pochi anni, di interi corsi e con la altrettanto presumibile formazione di “mega classi” con numeri troppo elevati di alunni, quando le contingenze del tempo presente suggerirebbero di seguire percorsi esattamente opposti, al fine di garantire un opportuno distanziamento sociale.

Senza parlare dei disagi enormi cui sarebbero sottoposti centinaia di docenti e lavoratori della scuola, chiaramente colpiti da tali tagli, con la conseguenza di ritrovarsi senza sede fissa e alla ricerca di una collocazione stabile, anno dopo anno.

Scelte, quelle paventate dall’Amministrazione scolastica provinciale, non soltanto sorde al contributo di idee e di competenze dei sindacati e degli operatori scolastici radicati nei territori, ma ancor più sorprendenti laddove si richiami la volontà del Governo in carica e del Ministro protempore dell’Istruzione di voler confermare, per un altro biennio, gli organici di diritto allo stato sussistenti.

Non crediamo sia nell’interesse delle aspettative didattiche delle famiglie e degli operatori scolastici della nostra provincia una simile rimodulazione che, ove messa in pratica, costringerebbe (il condizionale è d’obbligo) diversi studenti a frequentare classi e corsi di indirizzo differenti da quello richiesto, senza parlare poi dei disagi di tipo logistico, cui sarebbero sottoposti quanti, scolari e famiglie, per frequentare le proprie classi di appartenenza si vedrebbero costretti a spostarsi da un comune all’altro.

Tutto ciò presuppone uno scenario che suggerisce – a nostro avviso – un immediato stop all’attuazione di un simile piano di razionalizzazione, per quanto legittimo possa essere, e all’immediata apertura di un tavolo di concertazione con le parti sociali, in grado di ripristinare un contesto di proficua collaborazione e di reciproco ascolto.

In attesa di riscontri in tal direzione, metteremo in campo ogni iniziativa possibile e ritenuta utile a salvaguardare le legittime aspettative di docenti, discenti, operatori scolastici, nonché di migliaia di famiglie cui, non si può chiedere, specie in tempi tanto difficili, di andare incontro ad ulteriori disagi.