Increscioso fatto quello accaduto nel primo pomeriggio di venerdì 20 ottobre nella provincia di Agrigento. Un’educatrice della comunità per minori denominata “Il melograno” , verso le 15:30, ha chiamato la polizia in preda allo spavento riferendo che due ospiti, presunti minorenni, erano andati in escandescenza distruggendo con calci e pugni un pc, due porte, un vetro della finestra del corridoio, afferrandola per il braccio e tenendola inoltre in ostaggio all’interno del proprio ufficio cui lavorava. La donna, nello specifico, è stata minacciata di morte con un coltello da cucina ed è stata tenuta in ostaggio per circa 10 minuti da due giovani del Gambia, i quali hanno messo in scena la pantomima di violenza per via del fatto che volevano essere trasferiti in un’altra comunità d’accoglienza. Gli uomini della sezione volanti agrigentina sono subito accorsi e, una volta sul posto, hanno registrato le dichiarazioni della donna secondo cui i due immigrati sarebbero andati in escandescenze, arrivando persino a minacciare di morte con un coltello da cucina l’operatrice, per via di un desiderio, forse troppo sentito, di voler appunto cambiare comunità. Le forze dell’ordine dopo il racconto della donna hanno quindi individuato i due migranti, i quali sono stati portati alla caserma “Anghelone” e, su disposizione dell’Autorità giudiziaria, sottoposti a radiografie che ne hanno accertato la maggiore età, confermando quindi l’arresto per danneggiamento aggravato, violenza privata, minaccia aggravata e false dichiarazione alla polizia giudiziaria e venendo infine condotti presso il carcere di Petrusa.
