Una tragedia si è consumata nell’ospedale di Agrigento nel luglio del 2017, quando una donna, afflitta da forti dolori addominali, si è recata al pronto soccorso.
Ciò che doveva essere una visita di routine si è trasformato in un incubo per la famiglia, poiché la paziente è deceduta poche ore dopo a causa di una grave emorragia.
Ora, gli eredi della vittima stanno cercando giustizia e compensazione finanziaria, chiedendo oltre 700mila euro di risarcimento all’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp).
La donna, inizialmente ricoverata per una sospetta idrofrenosi da calcolosi renale, è stata sottoposta a una nefrotomia d’urgenza.
Tuttavia, secondo l’accusa avanzata dalla famiglia, tale intervento avrebbe danneggiato il rene destro della paziente, accelerando drasticamente il suo declino clinico e portando infine a un’emorragia fatale.
Dopo diversi anni dall’incidente, i familiari hanno deciso di agire legalmente, sostenendo che la morte della loro congiunta sia attribuibile a presunte cure errate fornite dai sanitari.
La richiesta di risarcimento di oltre 700mila euro è ora oggetto di una controversia legale, con la famiglia che cerca giustizia e l’Asp di Agrigento che difende strenuamente l’operato dei propri medici, respingendo la richiesta di risarcimento.
La vicenda si svolge ora nelle aule del tribunale, dove il dramma di quella giornata di luglio viene esaminato sotto la lente giuridica.