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Una sorta di valzer giudiziario è in atto ad Agrigento.

In seguito all’inchiesta Ponos nella quale era state svelata la presenza di un caporalato nelle campagne agrigentine in cui i lavoratori venivano pagati 3 euro all’ora e caricati a mucchi di 20 persone su furgoni costruiti per un massimo di 6 passeggeri, sembra che alcune delle donne, e presunte vittime dell’abuso, abbiano deciso di smentire quanto dichiarato in precedenza.

Le protagoniste della vicenda dunque, che già al momento delle prime deposizioni sulle proprie condizioni lavorative avevano dimostrato qualche reticenza, avrebbero deciso di ritrattare finendo di conseguenza sotto inchiesta da parte del pubblico ministero Gloria Andreoli, titolare del fascicolo, la quale avrebbe chiesto la trasmissione degli atti al suo stesso ufficio per il reato di falsa testimonianza.