Si è tenuto nella giornata di ieri la prima valutazione della commissione antimafia presieduta dall’onorevole Rosy Bindi. Sul tavolo dei commissari vi erano più di 40 nomi da valutare, oltre alla lista dei 17 “impresentabili” consegnati da Cancellieri. Il verdetto, uscito dalla camera di consiglio, è stato quello di un via libera generale alla campagna elettorale per tutti i candidati in quanto nessuno rientrerebbe nelle cause di incandidabilità delle legge Severino, con la presenza di alcuni “casi particolari” che sarebbero meritevoli di istruttoria ma senza inficiare l’eventuale ingresso a Palazzo D’Orleans. Il rischio più grave, secondo i commissari, è quello della presenza di alcuni candidati sotto processo che, nel caso in cui venissero eletti e poi condannati, la futura mappa dell’Ars sarebbe ridisegnata dalla Severino. Alcuni di questi, in mezzo una trentina di altri casi noti, sono ad esempio Antonello Rizza, sindaco di Priolo, arrestato poche ore fa, in lista con FI e Luigi Genovese, “reo” solo di essere il figlio di Francantonio, condannato a 11 anni per lo scandalo della formazione professionale, Giovanni La Via, capolista a Ragusa e Trapani, con procedimenti in corso per un’indagine per concussione a suo carico. Una vera e propria sequenza di casellari giudiziari sono le audizioni, in attesa delle carte che l’Antimafia ha chiesto alla Dna per poter valutare in maniera più approfondita caso per caso.