Parole amare quelle di Giuseppe Busà, il professore di educazione fisica picchiato dai genitori di un alunno che gli hanno rotto una costola. “Sono un uomo privo di forze, sono cardiopatico, ho una coronaria chiusa – racconta Busà -. Ho dato tanto nella mia vita. Non ho nessuna intenzione di ritornare a scuola. Non ci sono più le condizioni. Io il libro l’ho preso e l’ho tirato sul banco. Nella maniera più assoluta, non addosso. Dalla cattedra, al secondo banco. Ho detto a mia moglie – continua il professore – che sia io, sia il ragazzino, siamo vittime di un sistema, intendo sociale, che non va più bene”. L’episodio incriminato pare essere partito dall’intimazione del professore, rivolta all’alunno, di chiudere subito la finestra pena il tiro di un libro. A quel punto il ragazzo avrebbe lanciato la sfida al professore dicendo “Vediamo come lanci il libro?”, sfida a quanto pare accettata dal professore il quale avrebbe lanciato per davvero il tomo anche se pare che il libro non abbia colpito il ragazzo. Dopo il lancio, il ragazzino di 12 anni avrebbe chiamato la madre al telefono che si sarebbe precipitata a scuola per andare a “caccia” del professore affrontandolo e schiaffeggiandolo, avendo persino man forte da parte del marito facendo degenerare il litigio e finendo col rompere al prof una costola, oltre che procurargli escoriazioni al volto e al torace con prognosi 10 giorni.
Di Pietro Geremia