Parole amare quelle pronunciate durante la commemorazione avvenuta a Caltanissetta nella giornata di ieri da parte di Michele Costa, figlio del procuratore ucciso dalla mafia 38 anni fa, il quale ha voluto rilanciare la polemica con quella parte della magistratura che, a suo giudizio, avrebbe dovuto approfondire con maggiore determinazione le cause e le responsabilità dell’agguato: “Si è avuto paura di cercare la verità. Ci siamo battuti all’inverosimile ma la memoria di mio padre è stata cancellata. L’assassinio ha tutti i caratteri di un ‘omicidio strategico’. Mio padre lo ha scritto prima di morire. Esiste per questi delitti una precisa esigenza: che si sappia qual è la scaturigine, la causa, ma non si sappia mai perché. Il vecchio pg di Caltanissetta mi ha quasi insultato perché avevo ipotizzato, peraltro con garbo, che si avesse paura a scoprire la verità. Perché è proprio la verità a fare paura nei delitti di mafia” – ha dichiarato amaramente Michele Costa. Di Pietro Geremia