L‘assessorato regionale ai Beni culturali della regione Sicilia, ha intenzione di destinare un’area di oltre 13 ettari, sita nei pressi della zona archeologica “Vito Soldano” di Canicattì, in area a “pascolo controllato” da affidare a chi ne farà richiesta. Una decisione che lascia l’amaro in bocca a molte associazioni che negli anni passati si erano occupate del recupero dei reperti affiorati negli oltre 40 ettari dell’area archeologica dove si trovano oggetti risalenti al periodo greco e romano. Anni addietro, la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Agrigento, aveva deciso di rendere fruibile l’area di “Vito Soldano” . Il completamento e il restauro dell’ immobile demaniale e l’allestimento museografico e antiquarum di “ Vito Soldano” erano stati completati ma a causa di alcuni intoppi burocratici e per la mancanza di fondi non si continuarono gli scavi. Per eseguire i lavori erano stati stanziati 619.748 euro, facenti parte del Por Sicilia 2000 – 2006 per il recupero e la fruizione del patrimonio culturale e ambientale. La campagna di scavi archeologici, restauro, manutenzione e conservazione del patrimonio archeologico era finalizzata alla valorizzazione del territorio canicattinese. Il sito di Vito Soldano, è molto conosciuto per la sua leggenda. Nel territorio di Canicattì sono stati trovati reperti di stanziamenti umani sia del periodo greco che di quello romano e tardo romano, durante gli scavi inoltre, è stata trovata una cinquecentesca statua in marmo, d’impronta bizantina, raffigurante la Madonna delle grazie che si trova presso la chiesa madre di Canicattì. Il fatto di rendere fruibile la zona ai visitatori, rappresentava una grande occasione per valorizzare il territorio canicattinese facendo diventare la zona un sito turistico. Oggi purtroppo la realtà è ben diversa.