Il personale del commissariato di Canicattì, dopo una complessa attività investigativa,ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, nei confronti di un giovane rumeno di 22 anni ritenuto responsabile di numerosi reati contro il patrimonio, tra cui una efferata e cruenta rapina.

Tale provvedimento è scaturito da attività di indagine del locale commissariato relativa a diversi reati commessi dal giovane contro il patrimonio, tra cui una rapina aggravata commessa in danno di un’agenzia postale privata denominata “Posta SI”, nonché numerosi furti commessi all’interno di esercizi commerciali o abitazioni di Canicattì.

Gli accertamenti svolti dagli inquirenti canicattinesi del locale commissariato, a partire dal primo evento delittuoso accorso nel marzo del 2018, hanno permesso nel tempo di raccogliere concreti e concordanti indizi di colpevolezza del giovane malvivente grazie anche alle tradizionali indagini svolte dalla polizia scientifica.

In particolare, a rafforzare  il quadro probatorio a carico del 22enne, è stato il rilevamento di varie tracce di sostanze ematiche repertate dagli agenti che hanno consentito di estrapolare il DNA, successivamente comparato con il sospettato e le tradizionali indagini di polizia, attraverso l’ascolto di testimoni, appostamenti, pedinamenti e dall’acquisizione ed esame dei sistemi di videosorveglianza installati all’interno o nei luoghi derubati che hanno fotografato e documentato la presenza del soggetto.

La brillante attività info-investigativa degli agenti del commissariato canicattinese, diretto dal vice questore, Cesare Castelli, ha permesso di assicurare alla giustizia l’autore di numerosi furti in abitazioni di Canicattì consumati con regolarità nel marzo del 2018.

La misura cautelare adottata dall’autorità giudiziaria si è resa necessaria a fronte dell’elevata pericolosità sociale del malfattore desunta dal pericolo concreto e attuale di reiterazione dei reati della stessa indole e dall’utilizzo della violenza nonché circostanze dei fatti delittuosi, ben dodici reati commessi in un lasso di tempo di poco superiore ad un anno, marzo 2018 –aprile 2019.

Con il provvedimento degli arresti domiciliari il giudice ha prescritto all’indagato di non allontanarsi di casa senza autorizzazione e il divieto di incontrare e comunicare anche per telefono o internet, con persone diverse dai conviventi e nel caso di riscontrate violazioni la misura potrà essere sostituita con la custodia in carcere.