
Nei giorni scorsi si sono concluse le indagini poste in essere dalle forze dell’ordine che avrebbero visto come protagonisti ben 62 indagati, di età compresa tra i 30 e i 40 anni, accusati di interruzione di pubblico servizio in concorso.
Gli indagati, tramite un gruppo creato su WhatsApp, si sarebbero scambiati informazioni circa la presenza di posti di blocco sulle strade.
Le indagini, partite lo scorso gennaio in seguito al ritrovamento di un telefono cellulare di uno degli iscritti al gruppo , avrebbero messo in evidenza l’esistenza di una fitta rete di partecipanti inseriti nella nota App di messaggistica istantanea in cui veniva segnalata la presenza di autovelox e di posti di blocco delle forze dell’ordine.
Di Pietro Geremia