La Procura ha concluso un’inchiesta che coinvolge la Tls, una società cooperativa con sede operativa a Canicattì, accusata di aver emesso false fatture per un importo complessivo di oltre un milione e 200 mila euro con l’obiettivo di evadere l’Iva.

L’inchiesta, che sta per portare a processo i tre legali rappresentanti della società, è stata condotta dalla Guardia di Finanza e ha accertato l’emissione di numerose fatture false a partire dal 2016, con lo scopo di simulare costi inesistenti e ottenere indebite detrazioni fiscali.

Il provvedimento di conclusione delle indagini preliminari è stato firmato dal Pubblico Ministero,Maria Barbara Grazia Cifalinò, e prelude alla richiesta di rinvio a giudizio dei tre indagati.

Si tratta di E.R., 53 anni, di Canicattì; G.I., 46 anni, e P.I., 42 anni, entrambi di Grotte. La frode sarebbe stata perpetrata nel corso di quattro anni, persino quando la società era già stata posta in liquidazione.

Ora, con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, i difensori degli indagati, gli avvocati Salvatore Pennica, Giuseppe Riso e Diego Giarratana, hanno 20 giorni di tempo per esaminare gli atti, richiedere un interrogatorio per i loro assistiti, presentare memorie o sollecitare ulteriori indagini.

L’accusa riguarda l’emissione di false fatture per simulare elementi passivi e ottenere indebite detrazioni dell’Iva, un “trucco” che avrebbe consentito alla società di evadere ingenti somme di denaro.