Un processo artistico, che nel momento stesso della sua attuazione, diventa azione di prossimità.

È questo il senso del “Muro della Gentilezza”, inaugurato sabato mattina, in via Cirillo a Canicattì.

Il muro rappresenterà per l’intera cittadinanza un luogo di scambio sociale dove portare capi di abbigliamento per i più bisognosi e dove poterli andare a ritirare in relazione alle proprie necessità.

L’iniziativa lanciata dall’ “Istituto Walden” – Centro di Prossimità di Fondazione Ebbene, in collaborazione con il Comune di Canicattì, l’associazione “La Forza delle Donne” e la Società Cooperativa sociale “Background”, conclude, di fatto, il progetto più ampio “Na Carizza” che, durante il periodo natalizio ha riscaldato il cuore grandi e piccini in stato di fragilità.

Un progetto solidale   che si inserisce in un concetto più ampio di rigenerazione urbana, intrecciandosi strettamente con quello più delicato dell’inclusione sociale.  Da oggi, diventa anche un’istallazione artistica, grazie alla bravura, la fantasia e all’estro di Andrea di Pas il quale è riuscito a fondere arte e occasioni di prossimità permettendo a 4 persone, che fanno parte del Centro di Prossimità, di diventare soggetti attivi del progetto generando così opportunità di inclusione, grazie al contributo della Fondazione Ebbene.

Si arriva e si dona, così come si prende e si va via: dona quello che non ti serve e prendilo se ne hai bisogno, senza imbarazzo, con dignità, con diversità. Un luogo dove la generosità di chi dona incontra le necessità di chi spesso si vergogna a tendere la mano, di chi prova imbarazzo a mettersi in coda per un giaccone o qualsiasi indumento in buono stato.

«È un’opera che non urla ma osserva – dice Andrea Di Pas – ascolta e si lascia ricoprire da elementi gentili, come carezze. È un murale che viene generato dal contesto ma allo stesso tempo ne è in netto contrasto: il rumore delle auto e il silenzio del sottobosco, la strada asfaltata e il ricordo del parco, la pesantezza del ponte e la leggerezza del volo, il grido d’aiuto e il silenzioso gesto solidale.

È la mia prima esperienza di un murale a dieci mani che ha generato l’incontro di vite prima sconosciute. Con l’auspicio che continuerà a provocare stupore, serenità, riflessione, speranza».

“La gentilezza del nostro muro – conclude la coordinatrice dell’Istituto Walden, Lucia Alessi – vuole regalare alle persone l’ultima carezza del nostro viaggio 2020 vissuto  insieme ed essere di buon auspicio per proseguire le nostre attività in un nuovo percorso verso la condivisone di azioni di prossimità educative, culturali e sociali”.