Canicatti'

Canicattì, le istituzioni al cimitero per l’omaggio floreale al giudice Livatino: ma la cappella di famiglia è rimasta chiusa (Foto)

Ricorre oggi il 28esimo anniversario dalla barbara uccisione del giudice Rosario Livatino. Una ricorrenza annebbiata da un increscioso episodio accaduto, questa mattina, in occasione dell’omaggio floreale . Le istituzioni, giunte al cimitero, hanno trovato la cappella di famiglia chiusa. Non è la prima volta che succede e di sicuro è una grave offesa nei confronti delle Istituzioni e di tutta la comunità canicattinese . Strumentalizzare il nome di Livatino in questo modo offende la figura di un giudice dall’altissimo spessore morale e professionale. Chi si erge a paladino della legalità e della giustizia dovrebbe fare un passo indietro ed ammettere le proprie mancanze anche perchè, in altre occasioni, come la visita del leader leghista Matteo Salvini , quella cappella è stata regolarmente aperta. Allora perchè usare due pesi e due misure ? Ci auguriamo che in futuro, la figura di Livatino resti al di sopra di qualsiasi polemica personale  perchè l’antimafia va fatta con azioni concrete e non solo con frasi nobili…….  . “Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti bravi e irreprensibili.” – Giovanni  Falcone –  Il sindaco Ettore Di Ventura, commenta così la ricorrenza di oggi: “Oggi 21 settembre, per tutti i cittadini italiani, ma ancor di più per noi cittadini canicattinesi, è una giornata permeata di dolore, dedicata alla memoria di un sacrificio, nel ricordo di un uomo di ragione e di fede, che vedeva nella legge una misura di tutele e codici, necessaria, indispensabile per il buon funzionamento della società, e nel suo rispetto uno dei doveri di un buon cristiano. Il Giudice Rosario Livatino ebbe a dire: “È da rigettare l’affermazione secondo la quale, una volta adempiuti con coscienza e scrupolo i propri doveri professionali, il giudice non ha altri obblighi da rispettare nei confronti della società e dello Stato e secondo la quale, quindi, il giudice della propria vita privata possa fare, al pari di ogni altro cittadino, quello che vuole. Una tesi del genere è, nella sua assolutezza, insostenibile”. È dovere di tutti noi mantenere viva la memoria di tale fulgido esempio, e tramandare i suoi valori alle generazioni future, sensibilizzando e divulgando il perseguimento della legalità, base fondante di una società equa. Un dovere da perseguire con quotidiana assiduità, senza tentennamenti e soprattutto da rimarcare con l’esempio.”

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Published by
Davide Difazio