Esercito, prevenzione crimine Catania

L’ invasione degli Alleati, ( USA, Inglesi, Canadesi) ha inizio la notte tra il 9 e 10 luglio 1943, sulla costa sud orientale della nostra Sicilia.

La zona che riguarda noi, cittadini di Canicattì, è stata invasa dai soldati Americani. Per invadere Canicattì gli Americani hanno seguito due diverse direzioni. La prima: da Licata, Campobello di Licata, Canicattì; la seconda: Licata, Torre di Gaffa, Palma di Montechiaro, Camastra, Naro, Canicattì. Dal lato Campobello i soldati Italiani avevano a fianco i carristi Tedeschi, dal lato Naro solo soldati Italiani.

11 luglio sui due fronti i nostri soldati opposero una forte e decisa resistenza contro l’ invasione, con tentativi, in qualche caso riuscito, di ricacciare indietro il nemico. La lotta fu impari, anche se sotto infiniti bombardamenti aerei e cannoneggiamenti continui, molti anche mirati al centro abitato che fu abbondantemente distrutto, i nostri soldati non ebbero mai un minimo di tentennamento e non abbandonarono mai i loro posti di combattimento, anche se avevano capito che c’ era poco da fare. Molti dei nostri soldati partirono per il Paradiso degli Eroi, i superstiti obbedirono oll’ ordine di arretrare in direzione Serradifalco. Alle 23,30 del 11 luglio 1943 a Canicattì non c’ erano più soldati ne italiani ne tedeschi.

I bombardamenti nel centro abitato continuarono per tutta la mattina del 12 luglio, anche se non c’ era la necessità in quanto in città non si trovavano più soldati armati. Molti furono i feriti e le vittime civili, donne, bambini, anziani, che sotto violentissimi e sproporzionati bombardamenti ci lasciarono la vita. Nelle prime ore del pomeriggio da via C. Battisti fu consegnato agli invasori il Palazzo di Città. Cessarono così i bombardamenti.

Va ricordato che i nostri soldati in combattimento non avevano di fronte soltanto un nemico numericamente superiore e fortemente armato, quello che è più grave, che alle spalle avevano gli infami, le spie, la mafia, che collaboravano a stretto contatto con il nemico invasore.

Per restituire onore al soldato italiano che ha difeso la patria.
Da Leonardo Di Stefano.