La Corte di Assise di Agrigento, presieduta dal giudice Wilma Angela Mazzara, ha disposto l’applicazione degli arresti domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, per Luigi La Lomia, 77 anni, di Canicattì.
Il pensionato, condannato a 14 anni e 6 mesi per l’uccisione del consuocero Mario Vincenzo Lauricella, lascia il carcere dopo tre anni di detenzione.
La revoca della custodia in carcere è stata accolta sulla base dell’istanza presentata dall’avvocato difensore Calogero Meli, che ha argomentato la diminuzione delle esigenze cautelari, considerando il tempo già trascorso in carcere, le condizioni di salute e l’età avanzata del suo assistito.
La Lomia è stato condannato per omicidio preterintenzionale in relazione alla morte di Lauricella e per lesioni personali gravi nei confronti della figlia.
Inizialmente accusato di omicidio volontario e tentato omicidio, la Corte ha escluso l’aggravante della premeditazione, concedendo le attenuanti generiche. Il pubblico ministero aveva richiesto una condanna a 26 anni di reclusione.
La tragica vicenda risale al 30 maggio 2021, quando una lite violenta tra i due consuoceri, scaturita dal mancato gradimento di un matrimonio programmato tra i loro figli, è degenerata.
Durante la discussione, La Lomia, a bordo di un Fiat Doblò, ha investito Lauricella, schiacciandolo contro il muro di un magazzino. Prima di essere travolto, Lauricella riuscì a salvare la figlia spingendola fuori dalla traiettoria del veicolo. Il meccanico morì dopo un mese di agonia nell’ospedale di Messina.
La dinamica dell’incidente resta al centro di un’accesa discussione tra accusa e difesa, evidenziando le tensioni che hanno portato a questo drammatico epilogo. La decisione della Corte di Assise riflette una valutazione attenta delle circostanze attenuanti e delle condizioni del condannato