L’avvocato Angela Porcello, 50 anni, arrestata nell’ambito dell’inchiesta antimafia Xydi, ha fatto luce sul mandamento mafioso di Canicattì rendendo dichiarazioni ai magistrati della Dda di Palermo:

“Ho partecipato sin dagli anni 2015-2016 all’associazione mafiosa Cosa Nostra con le medesime modalità che, dalla fine del 2018, sono state documentate dalle indagini preliminari oggetto dei provvedimenti cautelari che mi hanno attinto e dalle conversazioni intercettate, il cui contenuto confermo e ribadisco anche in questa sede”.

Sono queste le esternazioni dell’Avv Porcello,cancellata dall’albo, inserite in uno dei verbali resi all’autorità giudiziaria, lo scorso 27 maggio. L’ex avvocato canicattinese ha raccontato alcuni fatti di cui è a conoscenza al procuratore aggiunto della Dda, Paolo Guido, e ai sostituti Claudio Camilleri e Francesca Dessì : nomi, circostanze, estorsioni, armi.

“Intendo rispondere. Non sono in grado di riferire su progetti omicidiari o attentati, né sono in possesso di informazioni attuali sulla latitanza di Messina Denaro. Sono invece a conoscenza della disponibilità di armi (pistole e fucili) in dotazione ad appartenenti all’associazione mafiosa (omissis), appartenenti alla famiglia di Canicattì e a quelle ad esse limitrofe. Sono ancora in possesso di informazioni relative al commercio di sostanze stupefacenti.

E aggiungo anche di essere a conoscenza di informazioni relative ad estorsioni. Sono a conoscenza di numerosi episodi estorsivi nell’ambito del commercio ortofrutticolo, nelle annate agrarie 2019 e 2020 (l’annata agraria comincia a luglio e si chiude a dicembre).

Nel 2019, esponenti della Stiddra si inseriscono nel mercato al fine di sostituire la figura dei mediatori che sono coloro che si frappongono fra il produttore e il commerciante, e per fare ciò, percepiscono il 3% dell’importo. Il mediatore si reca dal commerciante e mette in contatto quest’ultimo con il produttore; ogni commerciante ha i propri mediatori.

Che io sappia, non esiste un albo dei mediatori. Nell’individuazione dei mediatori c’è sempre stato un condizionamento da parte di Cosa Nostra che si infiltrava nella scelta del mediatore. Per fare un esempio, se il vigneto si trovava nel territorio di Campobello di Licata, il commerciante si doveva rivolgere al mediatore di quel territorio individuato da Cosa Nostra. Quando ho conosciuto Giancarlo Buggea il sistema era già perfezionato nel senso che i mediatori erano stati già individuati. Ne sono a conoscenza perché mi sono occupata personalmente di gestire il sistema”