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Una mail di minacce è stata ricevuta alcuni giorni addietro da parte del Sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura.

La missiva, pubblicata direttamente dal primi cittadino canicattinese, pare invocare una sorta di preghiera affinché il destinatario e i relativi parenti subiscano una sorte di punizione divina.

Canicattì, minacce al Sindaco Ettore Di Ventura: la solidarietà delle istituzioni



“Pregherò ogni giorno perché le persone a lei care vengano un giorno trattate allo stesso modo. Quanto a lei, andrà all’inferno e sarà dannato in eterno. I delitti contro gli innocenti sono quelli che Dio condanna. Si vergogni“ – così recita la lettera incriminata senza però intendere quale sia l’oggetto specifico che abbia spinto l’autore a tanto odio manifesto.

“Ricevere mail del genere ti lasciano basiti e sgomenti.
Poi il tuo pensiero va ai tuoi cari e vieni sopraffatto da rabbia e preoccupazione.
In questi anni complicati e faticosi ho sempre dato il massimo accettando, come è giusto che sia, giudizi e critiche. Ma poi i limiti vengono superati, giorno dopo giorno, da una campagna d’odio, che spesso è camuffata da altro. La fede in Dio mi fa stare tranquillo, mentre la giustizia dello Stato saprà dare la giusta risposta a chi è indegno di essere definito umano.Con coscienza e nel rispetto del ruolo che rivesto, sapendo di non aver mai fatto del male a nessuno, sempre più forte è il mio voler andare avanti, a prescindere dalla cattiveria di chi usa certe parole per ferirti o impaurirti”- ha commentato Ettore di Ventura.

Intanto la giunta locale ha espresso la propria solidarietà verso il primo cittadino:

“È inaccettabile il contenuto della mail arrivata al nostro Sindaco Ettore Di Ventura, si tratta di un attacco non solo alla persona, al padre, al marito, ma anche all’istituzione che rappresenta. Questo, come ogni altro vile gesto, deve essere condannato con forza, la nostra Città rappresenta ben altri valori. Siamo vicini al nostro sindaco, al quale esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza. La miglior risposta a questi gesti non può che essere quella di continuare a fare con passione il nostro lavoro di amministratori, dialogando con chi ha voglia di contribuire fattivamente e non si nasconde, subdolamente in modo vigliacco o che usi atteggiamenti aggressivi e provocatori”.

Giangaspare Di Fazio, Angelo Messina, Fabio Di Benedetto, Rosa Maria Corbo, Umberto Palermo, Angelo Cuva. Antonio Giardina

Di Pietro Geremia