Erano stati tratti in attesto dai poliziotti del commissariato di Canicattì, colti in flagranza di reato, i canicattinesi A.T e G.P.L.G. , rispettivamente di 27 e 35 anni, sono stati rinviati a giudizio dal gup Luisa Turco, entrambi sono responsabili, in concorso, dei reati di : duplice rapina aggravata, danneggiamento aggravato, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e detenzione illegale di arma.

I due lo scorso 17 dicembre erano stati bloccati dalla polizia dopo un lungo e rocambolesco inseguimento. In particolare, a seguito di segnalazione di rapina giunta presso il locale commissariato, commessa da due giovani travisati, di cui uno armato di pistola, ai danni di un impianto di distribuzione di carburanti sito lungo la SS 122, il personale delle volanti si recava sul posto.

I poliziotti in servizio, effettuavano un percorso alternativo alla Strada Statale 122, noto per essere stato utilizzato, quale via di fuga, dagli autori di altre rapine ai danni del medesimo e di altri impianti di distribuzione carburante.

L’intuizione degli agenti si rivelava proficua poiché, in una strada sterrata della contrada “Vecchia Dama”, riuscivano ad intercettare un furgone di colore bianco, con cui i rapinatori si erano allontanati subito dopo la rapina.

Nonostante il posizionamento dell’auto di servizio in modo da obbligare il conducente del furgone a fermarsi e le evidenti intimazioni, il veicolo dei rapinatori, con grave pericolo per l’incolumità dei poliziotti, speronava ad alta velocità la Volante, provocando anche delle lesioni traumatiche ad uno degli agenti.

Il personale operante riconosceva perfettamente il conducente del veicolo in G.P. L.G., già noto perchè implicato in altre vicende giudiziarie, riuscendo altresì ad annotare la targa che acclarava la proprietà del veicolo al predetto.

La pattuglia, nonostante i gravi danni al veicolo di servizio, si metteva all’inseguimento del furgone per le vie rurali della citata contrada e raggiungeva il mezzo, trovandolo abbandonato dai malviventi, in quanto danneggiato dall’urto con un’autovettura che in quel momento si trovava ferma sulla carreggiata.

I rapinatori si impossessavano di un’altra auto mediante violenza sul proprietario, dopo pochi metri, anche questa autovettura veniva abbandonata dai rapinatori sulla carreggiata, probabilmente per un grave danno meccanico causato dall’ urto, e gli agenti, giunti poco dopo, si mettevano all’inseguimento di uno dei malviventi, che veniva visto fuggire per le campagne circostanti.

Il malvivente veniva tempestivamente rintracciato, nascosto nei pressi di un casolare di campagna, ed identificato per il sopra indicato A.T. e tratto in arresto. La polizia, dopo un’accurata perlustrazione in tutto il territorio comunale, rintracciava il complice in una casa abbandonata del centro storico, mentre tentava la fuga tra i tetti delle case circostanti.

Il giovane veniva sottoposto al fermo di polizia giudiziaria, le immediate attività d’indagine, hanno permesso l’acquisizione di rilevanti elementi di colpevolezza a carico degli arrestati ed il rinvenimento della pistola, risultata a salve del tipo semi automatica, priva del tappo rosso, fedele riproduzione di una nota arma, utilizzata per commettere la rapina, mentre addosso a A.T. , abilmente occultata, veniva recuperata la somma di 195 euro in denaro contante, ritenuto una parte del provento della rapina al distributore di carburanti.

La prima udienza del processo, dopo la decisione del gup di disporre l’approfondimento dei fatti in dibattimento, è stata fissata per il 13 luglio davanti ai giudici della seconda sezione penale presieduta da Wilma Angela Mazzara.