Riceviamo e pubblichiamo una nota Partito Democratico di Canicattì in merito alle vicende politiche delle ultime ore.

“Con questo ennesimo rimpasto si compie una vera e propria metamorfosi politica in Ettore di Ventura. Il Sindaco, dalle elezioni ad oggi, mutando il suo atteggiamento verso il PD, unilateralmente ha creato un profondo solco tra sé e quelle donne e uomini che lo hanno sostenuto.

Proposto dal Pd, a seguito delle primarie di partito, come candidato alle elezioni del 2016, il Primo cittadino si è isolato nel palazzo, blindato nel suo selezionato gruppo di amici, scartando politicamente e personalmente parte di quella compagine che con convinzione ed entusiasmo lo aveva proposto alla città.

Il Sindaco, che si è detto uomo del PD, con i suoi atteggiamenti, le sue scelte, i suoi metodi, anzi, ha di fatto mortificato una comunità politica, che in lui aveva creduto. Sebbene privo degli organismi cittadini, del partito rimangono le persone!L’Ente comunale deve essere governato dalla Politica, che positivamente è chiamata a mettere in campo sensibilità e individui, relazioni e creatività.

Alcontrario, anche questa ultima scelta politica sembra imbastita a proprio uso e consumo: il governo della città è improntato al decisionismo, piuttosto che al discernimento, alla scaltrezza, al calcolo piuttosto che alla dialettica. La chiamata alle più alte responsabilità amministrative del nostro Comune è priva di una linea politica condivisa nel senso più ampio e propositivo, dentro una logica di una comune responsabilità con il sindaco, iscritto al partito, che possa rendere coerenti e credibili le scelte tra le innumerevoli cose da fare.

Ancora una volta registriamo la mancanza di una agenda di temi, di percorsi, di dinamiche. Il Sindaco ha la prerogativa della scelta degli Assessori, presentando i due nuovi Amministratori, ha dichiarato che la sua èuna scelta “personale”, senza alcun riferimento alla Politica: questa dichiarazione, più che una rivendicazione di autonomia, ha le sfumature veramente di un “fai da te”, di una assoluta ed egocentrica autoreferenzialità, che, in realtà, cela un ulteriore tentativo di scouting, di una corsa a tappare buchi, di sensazionalismo.

Gli Assessori comunali, così scelti, sono appiattiti all’attivismo, collaboratori di Dirigenti e Impiegati invece che esito di un flusso di cooperazione, di diffusa corresponsabilità e partecipazione, capace di sorreggere un impegno grande e gravoso a servizio della città.

La sua Amministrazione cambia volto in un turnoverimprovvisato, carente di continuità logica e politica di cui si sconosce e si fatica a comprendere la fase che vorrà inaugurare, se non l’urgenza di procacciare consenso a favore di un progetto di civismo che, evidentemente, ha già in mente di realizzare per la prossima consultazione elettorale.

Come tale, per le scelte amministrative, per l’impostazione di governoda lui assunta, non possiamo che non prendere atto come il Sindaco, ancora una volta, abbia svilito il senso più profondo del partito e il suo essere strumento di ragionamento e confronto nei diversi livelli statutariamente costituiti, posti al servizio del buon governo.”