La cappella al cimitero di Canicattì dove sono custodite le spoglie mortali del Beato Rosario Angelo Livatino è un continuo pellegrinaggio.

In questi giorni, nonostante la Sicilia sia arancione e quindi vige il divieto di spostarsi da un comune all’altro, sono state a decine i fedeli che si sono recati presso la tomba del magistrato ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990 in un agguato in contrada Gasena.

Aperture della cappella “Corbo- Livatino”, che in questi giorni viene garantito da volontari: scout, Gruppo Divina Misericordia, Gam. Focolarini, Azione Cattolica San Domenico, Gruppo Rinnovamento nello Spirito, Gruppo Regina della Pace, Istituto Santa Famiglia, Gruppo della Tenerezza, Azione Cattolica Chiesa Madre.

Visite che possono essere effettuate tutte i giorni sino al prossimo 18 maggio sia la mattina che il pomeriggio in orari che vanno dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. L’apertura al pubblico della tomba di famiglia Livatino è stata avviata il 2 maggio scorso dai componenti dell’associazione che porta il suo nome presieduta da Giuseppe Palilla.

Da quel momento è stato un continuo via vai di persone. Ed è l’associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino”, che si sta adoperando in questi giorni per garantire una maggiore sicurezza del luogo dove è sepolto il Beato Rosario Livatino. Prevista, infatti, l’installazione di un sistema di video sorveglianza ed antiintrusione che sarà a protezione di quello che è diventato un vero e proprio luogo di pellegrinaggio.

Per effettuare delle visite basta inoltrare una richiesta all’indirizzo di posta elettronica rosario.livatino@libero.it. Chi in questi giorni fa tappa a Canicattì per rendere omaggio al primo magistrato proclamato Beato nella storia della chiesa Cattolica, si sofferma anche davanti la sua abitazione in via Regina Margherita che il comune ha fatto illuminare con una luce bianca che proietta l’immagine del magistrato sulla facciata del palazzo dove visse con i suo genitori.

Inoltre, a pochi giorni dalla conclusione della cerimonia di beatificazione che si è svolta in cattedrale ad Agrigento, sono tanti i balconi di Canicattì rimasti con le lenzuola bianche appese e l’effige del Beato esposta. Una intera comunità  si è stretta con fede e devozione accanto a Rosario Livatino , nonostante non abbia potuto partecipare in massa alle iniziative a causa delle restrizioni provocate dal Covid 19.