I giudici del tribunale della libertà, hanno ribaltato la decisione del gip di Palermo, Claudia Rosini, che aveva rigettato l’arresto in merito alla parte relativa alla corruzione, con questa decisione i giudici del riesame hanno stabilito nei confronti del 45enne Vincenzo Li Calzi, docente canicattinese, gli arresti domiciliari.

Li Calzi, per il quale non sussisterebbero gravi indizi di colpevolezza per l’accusa di associazione a delinquere, è accusato di essere prestanome dell’imprenditore Salvatore Manganaro in un giro di tangenti da oltre 600 mila euro in cambio di appalti nella sanità.

Per il momento la misura cautelare resta sospesa, l’imputato infatti avrà la possibilità di fare ricorso in cassazione. Se il ricorso dovessere essere rigettato per il docente canicattinese sarà prevista la misura cautelare meno afflittiva, degli arresti domiciliari.

Nell’inchiesta sarebbe coinvolto anche il deputato regionale Carmelo Pullara, 48 anni, che al momento si trova agli aresti domiciliari.

Pullara è vicepresidente della commissione Sanità all’Ars e componente della commissione regionale Antimafia è indagato per turbativa d’asta nell’inchiesta «Sorella Salute” sulla corruzione negli appalti per la sanità siciliana, anche lui.

Il parlamentare, dei popolari e autonomisti che fa parte della coalizione di centrodestra che appoggia il governo regionale, avrebbe chiesto un favore per una ditta Manutencoop s.p.a., al direttore generale dell’Asp di Trapani Fabio Damiani, in cambio di un sostegno alla nomina di quest’ultimo ai vertici dell’ufficio sanitario.

Tra gli arresti figura, anche , l’imprenditore di Canicattì Salvatore Manganaro, 44 anni . Secondo gli inquirenti è il faccendiere del direttore dell’Asp di Trapani Fabio Damiani (anche lui finito in carcere). C’è poi un terzo agrigentino finito tra gli indagati: si tratta dell’imprenditore Vincenzo Li Calzi, 45 anni di Canicattì, che si occupa di forniture ospedaliere, che adesso secondo la decisione del riesame, sconterà la pena ai domiciliari.

Carmelo Pullara Presidente del gruppo parlamentare Popolari e Autonomisti all’Ars, subito dopo l’avviso di garanzia ha diffuso una nota:

“Leggo stamani che sarei “indagato a piede libero per avere turbato un pubblico incanto”.

Vorrei precisare che ad ora non ho ricevuto nulla e qualora dovessi ricevere qualche comunicazione giudiziaria la mia fiducia nella istituzione magistratura mi consentirebbe di viverla serenamente, come già fatto in precedenza dove il pallone mediatico, anche oggi gonfiato ed in tal senso nei siti on-Line che riportano la notizia che mi riguarda sono inseriti video che nulla hanno a che vedere con la mia persona, si è sgonfiato alla luce di fatti riscontri accertamenti e serenità di valutazione. 

Nel merito, – spiega Pullara- senza dire nulla che possa intralciare le indagini in corso, voglio solo precisare che non mi sono mai interessato di procedere di gara salvo quando dovuto nell’espletamento delle mie funzioni professionali di dirigente Asp e non mi pare sia questo l’argomento. Certo non posso che notare che ogniqualvolta il mio nome riprende quota politicamente e se ne parla per occupare qualche posizione più alta qualcosa tenta di stopparlo.

Ebbene continuerò determinato per la mia strada certo delle mie azioni sempre improntate alla legalità ed alla fiducia nella magistratura. Da ultimo – conclude Pullara – per quanto attiene alla mia permanenza all’interno della Commissione Antimafia, da dove mi ero autosospeso qualche mese a seguito di una brutta vicenda che per fortuna mi ha solo sfiorato per rientrare non appena la vicenda ha avuto uno sviluppo positivo, valuterò di concerto con il Presidente Fava il da farsi al fine di salvaguardare le istituzioni che non devono mai essere sporcate inficiandone il giudizio della gente”.