Stamattina in piazza Università a Catania il movimento Ristoratori Siciliani Indipendenti, rappresentato da 500 persone, nel pieno rispetto delle attuali normative anti Covid, ha manifestato contro la chiusura delle proprie attività nel periodo pasquale.

Una protesta, a cui hanno preso parte imprenditori provenienti da tutta la Sicilia, per ribadire il proprio diritto al lavoro e per mettere di fronte il Governo Regionale e Nazionale alle proprie responsabilità nei confronti di un settore messo letteralmente in ginocchio.

“La chiusura durante l’intero periodo pasquale rappresenta per noi l’ennesima mazzata- afferma il portavoce e leader del movimento Roberto Tudisco- con queste politiche scellerate noi abbiamo perso tutto, non solo la pazienza.

L’intero comparto della ristorazione, e tutta la filiera ad esso connessa, è alla canna del gas e non siamo più disposti a farci prendere ancora in giro. Non sono arrivati i ristori, non sono arrivati i tanto decantati aiuti economici con il risultato inevitabile che adesso siamo tutti alla fame.

I movimenti spontanei, che stanno nascendo in tutto il Paese, stanno facendo squadra- continua Tudisco- noi il prossimo 7 aprile apriremo i nostri locali in tutta Italia. Sin dall’inizio la situazione è stata gestita malissimo e noi, da subito, siamo stati presi come capro espiatorio.

I mercati, la grande distribuire ed i marchi internazionali restano aperti. Stessa cosa per le attività all’interno delle autostrade, dei porti e degli aeroporti  mentre noi restiamo sotto scacco. Adesso basta. Non solo, chiediamo anche le dimissioni del Ministro Speranza”. Presenti stamattina l’intero direttivo del movimento Ristoratori Siciliani Indipendenti composto da Luigi Posa, Giuseppe Rizzo, Gianluca Giordano, Piera Giuffrida, Sandra Di Bella, Mario Urzì, Jenny Chisari  e Rosario Caruso. Il movimento nasce in risposta al silenzio assordante delle vecchie associazioni di categoria e delle misure restrittive del Governo Nazionale e Regionale.

I componenti del movimento Ristoratori Siciliani Indipendenti chiedono di poter rialzare la saracinesca e di poter tornare a lavorare rispettando tutte le normative ed i dpcm in vigore.