Paola Pepe, 58 anni di Catania, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di omicidio premeditato e circonvenzione di incapaci relativamente alla morte della prozia ottantenne, Maria Basso.
Il GUP Sebastiano Fabio Di Stefano Barbagallo ha accolto la richiesta di giudizio immediato formulata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Michela Maresca, fissando la prima udienza per l’8 luglio presso la Corte d’Assise di Catania.
Pepe è stata arrestata il 22 febbraio su ordine dei carabinieri, dopo indagini condotte dalla stazione di Aci Castello.
L’accusa sostiene che l’intento di Pepe fosse quello di impossessarsi dell’eredità di Basso, avendola indotta a mangiare cibo non adatto alla sua condizione di salute durante un pranzo, il che avrebbe causato la sua morte per polmonite da aspirazione.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Carmelo Peluso, contesta queste affermazioni, sostenendo che tra le due donne c’era un rapporto di affetto e che episodi simili di ingestione di cibo adattato si erano già verificati senza conseguenze.
Inoltre, Peluso ha evidenziato che Basso aveva nominato Pepe erede universale pochi giorni prima della sua morte, il che sottolinea la loro stretta relazione.
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