Tutto è partito in seguito alla denuncia della madre di un ragazzino che aveva notato l’adescamento subito dal figlio su Facebook da parte di un adulto, che in passato era stato condannato per violenza sessuale su minorenni commessa nel 1995. All’avvio delle indagini dunque, le forze dell’ordine avevano scoperto una chat su WhatsApp con adulti e minorenni che si scambiavano messaggi ambigui tra i quali anche lo zio del minorenne. Proseguendo su questa pista, gli inquirenti hanno dunque scoperto che lo zio non solo aveva avuto un particolare interesse nei confronti di suo nipote, ma inoltre, parlando con il ragazzino, sono riusciti a farsi confidare che lo zio lo aveva indotto, nei mesi precedenti, ad una pratica sessuale con un amico, che ha anche lui meno di 14 anni. Grasie alla solerzia delle forze dell’ordine, le indagini hanno permesso dunque di catturare non solo lo zio, ma altre due individui appartenenti allo stesso giro di perversione denunciandoli per i reati in concorso di violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minorenne, corruzione di minorenne e violenza sessuale di gruppo.
Di Pietro Geremia