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In occasione della Festa del lavoro, anche quest’anno, è importante soffermarci sulle condizioni di vita e lavorative in cui versano i docenti della scuola, precari e non.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani fa appello al Governo e al Ministro dell’Istruzione, affinché si tenga in giusta considerazione la professionalità degli insegnanti e il ruolo sociale che svolgono quotidianamente recandosi in un’aula scolastica.

Attualmente non si possono ignorare gli aumenti dell’inflazione e del costo della vita; in particolare nelle grandi metropoli del Centro Nord. Con gli attuali stipendi un docente non riesce a mantenere un livello di vita soddisfacente e sereno. La declassazione che riguarda la categoria degli educatori affonda le sue radici anche in una retribuzione che, a differenza di quanto superficialmente sembrerebbe, non consente una vita dignitosa a chi fosse monoreddito e non proprietario di casa.

L’immaginario collettivo, molto alimentato dai media, restituisce un’immagine falsata dell’insegnante, oscillante tra il missionario asceta che deve sacrificarsi in funzione di un ideale nobile e il fannullone psicolabile da sottoporre a test di tutti i tipi per vagliarne l’attitudine e la “vocazione”. L’aggiornamento è un imperativo; le dinamiche relazionali in classe diventano sempre più complesse e dai pulpiti più o meno prezzolati si sente il bisogno di esternare senza cognizione di causa sul mondo della scuola: ne parla tanto chi non è mai stato in un’aula scolastica e propone spesso disamine deliranti o soluzioni meramente teoriche.

Tanti soldi per guadagnare una cattedra e stipendi non adeguati alle spese profuse, soprattutto per chi non abita in un centro universitario.

Chiediamo che si apra una fase di consultazione per i lavoratori della conoscenza al fine di realizzare una vera riforma che coinvolga finalmente i principali attori della formazione.

Rivolgiamo un pensiero commosso agli studenti deceduti durante il PCTO. Buon Festa dei lavoratori!