La crisi energetica, – dichiara Giuseppe Caruana, Presidente di Confcommercio Agrigento –  pone le nostre imprese in una situazione drammatica e l’aver promosso e organizzato una grande mobilitazione lo riteniamo indispensabile. prevediamo una partecipazione massiccia d’imprese, lavoratori e famiglie”.

così come scritto nel documento condiviso dalle associazioni di categoria siciliane – la manifestazione è promossa per fare sentire la voce della Sicilia che produce. Per dire no al caro bollette che ha ridotto in ginocchio le imprese e, di conseguenza, anche i lavoratori. I vertici di Confcommercio Sicilia, Cna Sicilia, Confartigianato Sicilia, Confindustria Sicilia, Cidec, Confesercenti Sicilia, Claai Sicilia, Uiltucs Sicilia, Cgil Sicilia, Filcams Sicilia e Casartigiani Sicilia si sono riuniti in videoconferenza per decidere la data di una manifestazione che intende lasciare il segno e che si prefigge di lanciare un chiaro segnale ai Governi regionale e nazionale: così non si può più andare avanti. La giornata scelta è lunedì 7 novembre, quindi tra un mese esatto. Un lasso di tempo che sarà necessario per organizzare nel dettaglio l’iniziativa, coinvolgere quanti più associati e iscritti, redigere con cura la piattaforma rivendicativa e predisporre una strategia di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni.

L’auspicio, tra l’altro, è che in quella data possano essere operativi entrambi gli esecutivi sia a Palermo che a Roma, così da presentare istanze specifiche rispetto a una continua escalation che non risparmia nessun tipo di attività e che ha reso l’inseguimento alla sostenibilità economica una sorta di miraggio. Molte imprese, infatti, hanno deciso di chiudere temporaneamente (qualcuna anche in via definitiva) in attesa di tempi migliori. Ma è chiaro che a farne le spese sarà il tessuto produttivo siciliano in un periodo, tra l’altro, caratterizzato da tensioni inflazionistiche che hanno spinto gli operatori economici a riorganizzarsi, anche sul piano dei prezzi, con ricadute di un certo tipo sui consumatori e sulle famiglie.

Insomma, un circuito tutt’altro che virtuoso che rischia di avere conseguenze drammatiche sulle prospettive di crescita dell’isola che, pure, dopo la pandemia, erano state individuate come positive. Annullato l’effetto ripartenza, adesso si rischia di cadere dalla padella nella brace, con conseguenze molto peggiori rispetto a quelle temute in epoca Covid. Si sta altresì operando per ampliare la base della partecipazione così da garantire una risposta massiccia alle esigenze delle imprese e dei lavoratori. Il prossimo step sarà rappresentato da una riunione organizzativa prevista già per la prossima settimana”.

Occorrono misure straordinarie e urgenti che consentano la quotidiana continuità lavorativa alle aziende, è indispensabile immediatamente mettere risorse, – conclude Caruana – e l’attuazione di ogni possibile forma di defiscalizzazione delle spese energetiche per aiutare le imprese perché così non si può più andare avanti”.