Un importante provvedimento di confisca di beni, del valore di circa 800.000 euro, è stato eseguito dalla Divisione Anticrimine della Questura di Agrigento nei confronti di T.G., dipendente della Regione Siciliana e consigliere della Provincia Regionale di Agrigento.

Questa azione giuridica, confermata irrevocabilmente nel febbraio 2024 dal Tribunale di Palermo, Prima Sezione Penale per le Misure di Prevenzione, rappresenta un esito significativo delle indagini patrimoniali iniziate nel 2018.

Il compendio di beni confiscati include immobili, partecipazioni finanziarie, beni mobili registrati e impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

La maggior parte di questi erano già stati sottoposti a sequestro in seguito a una proposta avanzata dal Questore di Agrigento, basata su articolate indagini condotte dalla sezione misure di prevenzione patrimoniali.

T.G. era stato precedentemente condannato definitivamente per usura in concorso e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Questo provvedimento non solo sottolinea l’efficacia delle indagini della Divisione polizia Anticrimine, ma segnala anche un passo avanti nella lotta contro il crimine organizzato e la corruzione all’interno delle istituzioni locali.

Questo caso evidenzia il lavoro meticoloso e la dedizione delle autorità giudiziarie e delle forze di polizia nel garantire che il crimine non paghi, soprattutto quando coinvolge figure pubbliche e beni di rilevante valore economico e sociale.

La confisca di beni rappresenta uno strumento cruciale nella lotta alla criminalità, essendo un deterrente efficace contro i reati economici, e riafferma l’impegno delle autorità nel preservare l’integrità e la trasparenza delle istituzioni.

Il caso di T.G. sarà seguito da vicino da media e cittadini, riflettendo l’importanza di questi interventi nella vita pubblica e nella gestione delle risorse pubbliche. Con questi risultati, la comunità di Agrigento può sperare in un futuro di maggiore giustizia e legalità.