La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Agrigento, che aveva impugnato la decisione del Tribunale del riesame di Palermo di scarcerare nel luglio scorso 10 persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Malebranche” sul crack del gruppo Pelonero, uno dei più grossi della provincia di Agrigento che da decenni opera nel settore della vendita di prodotti casalinghi e da regalo.
Tutti gli indagati erano finiti ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e riciclaggio. L’operazione era stata compiuta dalla Guardia di Finanza di Agrigento.
In particolare i componenti della famiglia Sferrazza erano accusati di avere fatto sparire 5 milioni di euro da una impresa all’altra attraverso dei fallimenti pilotati.
Gli indagati sono stati rappresentati dagli avvocati Daniela Posante, Giovanni Castronovo, Antonella Arcieri, Chiara Proietto, Santo Lucia, Salvatore Falzone e Giacinto Paci. La difesa aveva, fra l’altro, sostenuto che non c’era alcuna associazione a delinquere perché tutti gli indagati erano legati da un rapporto familiare e parentale e che non c’era alcuna esigenza cautelare perché quasi tutte le aziende sono fallite, dunque non più operative, e sequestrate.