Protesta migranti Villaggiò Mosè

Le dichiarazioni di una scrittrice, ex docente di letteratura inglese, durante la trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, hanno scatenato un acceso dibattito.

Secondo quanto affermato dalla donna, i migranti sarebbero “drogati dalla polizia” con psicofarmaci negli hotspot italiani, presumibilmente su disposizione governativa. Tali affermazioni sono state fermamente respinte dal Segretario Generale della UIL Polizia, Vittorio Costantini, che le ha definite false e prive di fondamento.


“Dichiarazioni irresponsabili e pericolose”

Costantini, intervenendo sulla questione, ha evidenziato la gravità di simili dichiarazioni, che rischiano di alimentare un clima di sfiducia e ostilità verso le forze dell’ordine. “Simili affermazioni, assolutamente prive di veridicità, se accolte da persone fragili o facilmente influenzabili, possono generare tensioni sociali e compromettere il rapporto di fiducia tra la Polizia di Stato e i cittadini,” ha dichiarato il Segretario.

Un appello alla responsabilità

Rivolgendosi direttamente alla scrittrice, Costantini ha lanciato un appello: “Se dispone di prove concrete a sostegno delle sue dichiarazioni, le presenti immediatamente alle autorità competenti. Diversamente, le sue esternazioni appaiono come un mero tentativo di ottenere visibilità mediatica.” L’accusa, infatti, getta un’ombra ingiustificata sul lavoro di migliaia di agenti impegnati quotidianamente nella gestione dei flussi migratori e nel rispetto della legalità.


La Polizia di Stato: un’istituzione sana e democratica

Nel suo intervento, il Segretario Generale ha voluto anche ribadire l’integrità della Polizia di Stato, che da oltre 40 anni opera secondo i principi democratici sanciti dalla legge di riforma del 1981. “Non possiamo tollerare che venga infangato il lavoro di donne e uomini che garantiscono la sicurezza pubblica e un’accoglienza dignitosa ai migranti, sempre nel rispetto delle normative italiane e internazionali.”

Accuse infondate, ma clima da monitorare

Le parole di Costantini suonano come un richiamo alla cautela, soprattutto in un momento storico caratterizzato da tensioni sociali e politiche legate ai flussi migratori. Dichiarazioni infondate e non supportate da evidenze rischiano di danneggiare non solo la reputazione delle istituzioni, ma anche il delicato equilibrio sociale del Paese.