Oggi torno in Sicilia con una promessa mantenuta: il Decreto Dignità è legge e ne sono orgoglioso. Sì, perché questo decreto è stato scritto pensando a chi, in questi anni, è stato dimenticato. Persone cui la vecchia politica ha tolto l’entusiasmo di lavorare, di fare impresa, di progettare addirittura il proprio futuro. Vivere nell’incertezza certamente non aiuta il rilancio dell’economia ed è per questo che abbiamo deciso di voltare pagina, chiudendo con un passato in cui i lavoratori sono stati considerati meri numeri. In queste settimane abbiamo ricevuto degli attacchi feroci, attacchi che ci fanno capire che siamo sulla strada giusta, ossia dalla parte dei cittadini e contro le lobby. Abbiamo dato un colpo mortale al precariato; punito quelle aziende che, dopo aver preso soldi dallo Stato, spostano le loro produzioni all’Estero; abbiamo vietato la pubblicità al gioco d’azzardo e voglio ricordare che l’Italia è il primo paese ad aver approvato un tale provvedimento; abbiamo individuato nuove norme per ridurre la burocrazia per le imprese distrutte dalla burocrazia. Mi riferisco all’abolizione dello split payment, dello spesometro e del redditometro. Certo, so bene che c’è ancora molto da fare ma so anche che siamo intenzionati a governare fino alla fine della Legislatura e non tradiremo le aspettative dei cittadini. La dedizione e la determinazione sono e saranno tratti distintivi della nostra azione politica, a livello nazionale e locale. Dobbiamo risollevare il Sud per far crescere anche il Nord. Purtroppo in Sicilia, i numeri legati alla disoccupazione giovanile superano, in alcune aree, il 30%. Sono numeri impietosi, segno del fatto che qualcosa non ha funzionato. Parliamoci chiaro, le opportunità di cui questa regione è ricca sono state utilizzate da pochi personaggi noti per il proprio tornaconto e non per l’interesse dei cittadini, per la crescita e il rilancio dei territori. Per non parlare, poi, dei Fondi europei, tema ampiamente sbandierato in campagna elettorale da chi ha gestito questa regione ma che, in realtà, non è stato un volano di sviluppo e neppure di occupazione. La Sicilia ha avuto ben 2 miliardi di Fondo Sociale Europeo per la programmazione 2007-2013, prima ancora altri 1,2 miliardi dal 2000 al 2006 ed altri 820 milioni da spendere adesso. Ma la verità è che sono stati bruciati 4 miliardi di euro tra Fondi europei e cofinanziamento. Anche la Corte dei Conti ha appurato truffe e irregolarità per il periodo 2000-2006. Evidentemente queste risorse sono servite a quei soggetti che hanno tratto profitti impressionanti senza però, ad esempio, utilizzarli per la formazione. E, non a caso, proprio la formazione è stata il bacino dal quale alcuni soggetti hanno attinto senza tregua, costruendo sacche di consenso. Questo, a discapito degli operatori e aspiranti lavoratori. Ho girato la Sicilia in lungo e in largo ed ho apprezzato la sua bellezza. È un’isola straordinaria. Passiamo il tempo a girare il mondo per vedere posti bellissimi, e poi li ritroviamo tutti insieme in una sola isola: la Sicilia. Il mio più grande rammarico è che Giancarlo Cancelleri non sia diventato il presidente della Regione Siciliana, un governo del MoVimento 5 Stelle in quest’isola avrebbe finalmente potuto marcare il cambiamento come stiamo facendo adesso a livello nazionale. Invece la Sicilia ora è una macchina in panne, condannata all’immobilismo nonostante tutto quello che c’è da fare. Penso ad esempio all’abolizione dei vitalizi che la maggioranza dei consiglieri regionali (praticamente tutti eccetto il MoVimento 5 Stelle) rifiuta di tagliarsi. L’Ars, ogni anno, spende oltre 18 milioni di euro in vitalizi! Uno schiaffo a tutte le persone che non riescono ad avere un lavoro o una pensione dignitosa. Alla Camera li abbiamo aboliti e se fossimo stati al governo della Regione oggi sarebbero solo un ricordo. Penso anche alla sanità che in Sicilia ha raggiunto livelli infimi e nulla viene fatto dalla Regione per invertire la tendenza. Come Governo centrale noi ci impegneremo al massimo per garantire una migliore qualità della vita ai siciliani, a partire dalla riforma dei centri per l’impiego, e siamo pronti a collaborare con tutte le istituzioni regionali per aiutare i cittadini. Ne è prova il fatto che, in veste del Ministro del Lavoro, io abbia già incontrato gli assessori al lavoro. Un confronto essenziale che intendo mantenere. Inoltre, tuteleremo l’autonomia regionale ma non per permettere sprechi e privilegi. Grazie alle misure concrete contenute nel Dl dignità, vogliamo rilanciare i territori del Sud, a partire dalle loro eccellenze. Parliamo di provvedimenti che, in un colpo solo, rompono con gli schemi del passato in materia di lavoro e di impresa. Più tutele ai lavoratori da una parte ma anche meno burocrazia per le imprese dall’altra per mettere in moto un circolo virtuoso che possa risollevare la nostra economia. Stiamo lavorando h24 per riportare la normalità in un Paese che, a causa di politiche scellerate, normale non è. Posso affermare, però, che una cosa importante è già accaduta. Sembra un traguardo eccezionale eppure dovrebbe essere la normalità: abbiamo messo al centro della politica i cittadini e i loro diritti, il bene della collettività. Un fatto straordinario per alcuni ma che per noi rappresenta la normalità. Fonte: lasicilia.it (https://www.lasicilia.it/news/economia/176679/la-ricetta-di-luigi-di-maio-piu-dignita-zero-privilegi-il-mio-piano-per-la-sicilia.html)

Davide Difazio, giornalista iscritto all’albo nazionale dei giornalisti, elenco pubblicisti Sicilia, dal 09/05/2003 N° di tessera 098283, protagonista di diverse trasmissioni televisive in Rai e Mediaset ha collaborato con diverse testate giornalistiche nazionali ottenendo risultati lusinghieri. Fondatore della testata giornalistica Siciliareporter.com, in pochi anni , è riuscito a far diventare il portale un importante punto di riferimento per l'informazione siciliana.