Si sono concluse le elezioni regionali in Sicilia. Lo spoglio, che si è aperto alle 8:00 di lunedì mattina e si è protratto fino a tarda sera, ha confermato i pronostici dei primi exit poll che prevedevano la vittoria del centrodestra con un 39,9% dei voti. Ma da una analisi dei dati pervenuti in redazione, possiamo constatare che la Sicilia ha avuto, in un certo senso, 3 tipi di vincitori: effettivo, morale e assoluto. Il vincitore effettivo è ovviamente Nello Musumeci, che grazie al 39,9% delle preferenze è riuscito a battere i propri avversari, grazie anche ad una coalizione ben strutturata e variegata che ha saputo far fronte comune portandolo quindi alla poltrona di Governatore. Il vincitore morale resta anche per questa volta il Movimento 5 Stelle con il 34,7% dei voti, che nonostante abbia concorso da solo alle elezioni, si è dimostrato il primo partito in Sicilia per numero di preferenze. Il vincitore assoluto invece è rappresentato purtroppo dal partito degli astensionisti, una grandissima massa di persone (il 46,76% dei votanti, meno di una persona su due) oramai deluse dalla politica le quali hanno preferito non esprimere una preferenza macchiandosi quindi di ignavia elettorale: una scelta talmente grave che persino il Sommo Poeta, nella sua Divina Commedia, condannava mettendo appunto gli ignavi in un luogo antistante l’inferno perché nemmeno l’inferno stesso li desiderava. È questo in estrema sintesi quello che ci ha detto questa tornata elettorale per eleggere il nuovo governatore e i 70 deputati dell’Assemblea regionale siciliana. Una tornata elettorale che sebbene veda i pentastellati ancora primo partito dell’Isola, ci dice che il Centrodestra ha ritrovato slancio proprio in una regioni di quelle che storicamente è stato sempre una grande serbatoio di voti.
