Angelo-Cuva-giovani-democratici

Riceviamo e pubblichiamo.

Un noto uomo politico del passato più recente osò dire una volta : ” Con la cultura non si mangia “.

Niente di più sbagliato fu affermato, soprattutto se concentriamo i pensieri alla nostra cara terra Sicilia che, nella sua lunga e variopinta storia, di cultura (e di culture) si è sempre nutrita e i suoi figli a sua volta ha nutrito. Una fame insaziabile, che resterà purtroppo inappagata per un po’ di tempo.

La pandemia da Covid-19 ha stravolto le nostre vite e ha colpito duramente tutti i settori dell’economia, fra i quali quelli della cultura, del turismo, dello spettacolo: musei chiusi, spettacoli teatrali rimandati, nessuna nuova pellicola scorre sui grandi schermi del cinema.

Inoltre, le strutture recettive sono vuote: pochi saranno quest’anno i turisti che avranno il privilegio di godere della vista degli straordinari paesaggi siciliani. Non è facile misurare la profondità delle voragini che la pandemia sta aprendo nelle tasche degli operatori del settore.

Una cosa è sicura: urgono delle rapide misure di sostegno più concrete ed efficaci di quelle recentemente approvate dal Governo, incapaci di fornire sufficiente copertura, e la Regione Siciliana deve fare la sua parte con pugno duro.

Se qualcuno ha paragonato l’attuale condizione a quella di una guerra, allora si può dire che è necessario un nuovo “Piano Marshall” per la ricostruzione dalle macerie in cui ci sveglieremo alla fine di quest’incubo.

Chi ha fame di cultura può e deve continuare a nutrirsene grazie alle tecnologie che il mondo moderno ci ha offerto: in attesa di tornare in sala, i nuovi film escono sulle varie piattaforme digitali; le quasi 40.000 di copie di libri che secondo il Sole24ore quest’anno non verranno stampate, potranno essere letti coi vari “e-books” o ascoltati coi cosiddetti audio-libri; ad occhi

chiusi si potranno ascoltare anche le canzoni dei nostri cantanti preferiti, sognando la data del loro prossimo concerto oggi rinviato.

Ma chi con la cultura vive e mangia, perché “con la cultura si mangia” possiamo ben dire adesso, ha bisogno e sta gridando aiuto.