E’ un vero e proprio grido di allarme quello lanciato dai produttori “Uva Italia” di Canicattì, che coinvolge tutto l’hinterland, Naro, Campobello di Licata, Ravanusa, Castrofilippo, Palma di Montechiaro, Licata, Favara e molti comuni nisseni, danneggiati dalle troppe avversità atmosferiche tanto da fare ammuffire sulla vite gran parte del prodotto destinandolo solo per il macero.
Grido di allarme raccolto dal sindacalista e consigliere comunale di Naro Calogero Licata. Sono venuti in ufficio in delegazione dei produttori di uva da tavola lamentandosi del fatto di sentirsi come categoria soli e abbandonati, dice Scaccia Giovanni: “Sono costretto a portare al macero parecchi ettari di uva, a causa di queste avversità atmosferiche che imperversano da parecchio tempo ormai nelle nostre aziende, praticamente ci hanno ridotto sul lastrico e nessuno ne parla.”
Dallo stesso tenore il produttore agricolo Franco Giovanni, che rincara la dose: “così continuando saremo costretti a chiudere davvero. Da un lato un aumento sproporzionato di tutto quello che serve per portare avanti un’azienda (fertilizzanti, concime, gasolio ecc… ecc…) e non parliamo delle cartelle esattoriali dell’acqua per uso irriguo che proprio in questi giorni stanno arrivando da parte del consorzio EX AG 3 e dall’altro la totale assenza della Regione Siciliana, che di fatto non riesce a fare arrivare in tempo reale nessuna forma di aiuto economico nelle tasche degli agricoltori.”
“Da parte mia cercherò di sensibilizzare tutto il consiglio comunale di Naro – spiega Calogero Licata – attivandomi fin da subito a convocare la seconda commissione consiliare che si occupa anche di agricoltura cui presiedo, per cercare di fare arrivare il messaggio più forte possibile a livello regionale, affinchè si provveda ad emanare un provvedimento mirato che vada nella direzione di dare un ristoro ai produttori.”