La ludopatia, o gioco d’azzardo patologico, è considerata una vera e propria malattia. Di per sé, queste attività non sono pericolose per la salute psichica dell’individuo: lo diventano nel momento in cui si genera una dipendenza.

Chiaramente ci sono delle persone più predisposte di altre a una simile situazione. Le cause sono diverse, e sono connesse alla sfera biologica, a quella emotiva, a quella sociale. È indispensabile non trascurare i campanelli d’allarme, riconoscere di avere un problema e chiedere aiuto il più presto possibile.

Esistono dei centri specializzati che curano le dipendenze, inclusa quella da gioco d’azzardo: spicca, per esempio, il San Nicola in provincia di Ancona (precisamente ad Arcevia). Per il trattamento possono essere necessarie sedute singole e di gruppo, nonché terapie come la cognitivo-comportamentale e la dialettico-comportamentale (DBT).

Quali sono i fattori di rischio della ludopatia

Come abbiamo anticipato, ci sono dei fattori che rendono più probabile la caduta nel tunnel della ludopatia. Essi sono legati alla genetica, alla psicologia e all’ambiente in cui si vive.

Per quanto riguarda i primi, è molto frequente che si trovino in queste circostanze coloro che hanno i sistemi neurotrasmettitoriali alterati: ci riferiamo in particolare alla dopamina, alla serotonina e alla noradrenalina. Inoltre, sembra che corrano un maggiore pericolo i figli di genitori affetti dallo stesso disturbo.

Altri elementi di rischio sono di natura psicologica ed emotiva. La condizione del gioco d’azzardo patologico è favorita da un carattere impulsivo e desideroso di nuovi stimoli. Influiscono la ricerca di novità, novelty seeking, e quella di sensazioni forti, sensation seeking.

ludopatici preferiscono inseguire un premio difficile da ottenere anche se le possibilità di perdita sono alte. Non di rado sono soggetti ad alessitimia, ovvero all’incapacità di esprimere in modo adeguato e di riconoscere ciò che provano. Il gioco d’azzardo si trasforma, dunque, in un mezzo di comunicazione.

Infine, il contesto può fare la differenza. Amici che spingono a giocare, una famiglia disfunzionale, delusioni sul lavoro o in amore. Senza dimenticare la mancanza di struttura nella quotidianità e nel tempo libero, che determina un senso di vuoto che causa, a sua volta, la ludopatia.

Gioco d’azzardo patologico e sintomi

Quali sono, invece, le avvisaglie del gioco d’azzardo patologico? Quando, cioè, ci si rende conto che un hobby sta diventando una dipendenza?

Bisogna preoccuparsi quando si verificano significativi cambiamenti dell’umore per il gioco. Quando si è tristi e poi improvvisamente euforici, oppure distaccati (perché la mente è concentrata sul poker e sulle slot-machines). Possono capitare stati di depressione, e addirittura pensieri suicidi.

Un altro sintomo è l’aumento della quantità delle giocate. Si inizia con una cadenza settimanale, magari, che man mano arriva a essere giornaliera. Si trascorrono ore e ore a giocare, mettendo da parte i doveri e le uscite in compagnia, gli affetti e la carriera.

Si incrementa anche il denaro speso per il gioco, e la situazione finanziaria peggiora sempre di più. Il ludopatico contrae debiti, chiede prestiti, cancella persino eventi e vacanze pur di avere soldi da investire nel gioco.

Da ciò si capisce che la ludopatia influenza in negativo la vita della persona dipendente e anche di tutti coloro che la circondano. La famiglia, il partner, gli amici. In più, il soggetto potrebbe violare la legge e commettere dei furti per accumulare la cifra necessaria.   

Come prevenire la ludopatia

Ci sono degli stratagemmi per proteggere sé stessi da quella che, a tutti gli effetti, può essere ritenuta una vera malattia.

Innanzitutto è importante lavorare sulla propria sfera emotiva e su quella comportamentale: superare eventuali “nodi” del passato, affrontare gli ostacoli con serenità, sviluppare una buona attitudine al problem solving. È fondamentale coltivare l’autoefficacia, termine con cui indichiamo la fiducia nei confronti delle proprie capacità.

Un’altra cosa da fare è costruire rapporti solidi, sia per la comunicazione con l’esterno sia per il controllo dell’impulsività. Sono molto utili gli hobby produttivi, come quelli connessi all’artigianato, all’arte, ai rompicapi ecc.

Una prerogativa essenziale è l’abilità nella gestione dello stress. Quest’ultimo può determinare l’insorgere della ludopatia se l’individuo è predisposto. È consigliabile adottare valide strategie di coping, dedicarsi alla mindfulness, ritagliarsi degli attimi di relax quotidiani per non rischiare di cercare sollievo in un’attività come il gioco.

Il Centro San Nicola

Concludiamo con una parentesi sul suddetto Centro di Recupero, il San Nicola di Arcevia. Un’autentica punta di diamante del territorio nazionale, che ha avuto anche pazienti inglesi, olandesi e americani.

Il team della struttura è composto da professionisti esperti nella cura delle dipendenze: psicologi, psichiatri, educatori, insegnanti, infermieri e così via. Per ogni caso si crea un percorso di guarigione su misura, durante la residenza breve e anche dopo per evitare ricadute.

Il San Nicola è stato accreditato dall’Assessorato alla Salute della Regione Marche con “eccellenza”. Si svolgono trattamenti per la ludopatia, per la dipendenza da droghe, da alcool, da internet e altro.

Tutto quello che bisogna sapere sulla ludopatia: dagli elementi di rischio fino alla prevenzione