Il futuro della Sicilia è fortemente legato alla qualità dell’istruzione e dell’educazione che bisognerà continuare a garantire con tutti gli strumenti a disposizione. A partire da questo pensiero, mercoledì 29 marzo, presso l’Auditorium del Gonzaga Campus, si è svolto il confronto su “Regioni e Scuola” nel quadro del dibattito nazionale sull’autonomia differenziata.

L’incontro, moderato da Maurizio Nobile vicepresidente nazionale dell’AGeSC, è stato promosso dalle federazioni delle scuole cattoliche siciliane (FIDAE e FISM), e l’AGESC (Associazione genitori scuole cattoliche). I recenti provvedimenti adottati sul tema dell’autonomia differenziata coinvolgono e preoccupano infatti i dirigenti regionali delle importanti sigle di categoria.

“Bisogna essere certi che, in particolare, il mondo dell’istruzione, non rischi oltre modo di subire gli svantaggi – scrivono – e acuire le disparità in cui le scuole e gli alunni siciliani già vivono per la posizione geografica. Abbiamo il dovere di proteggere il futuro dei giovani siciliani e garantire il loro diritto allo studio”. “La scuola deve essere messa al centro nuovamente dell’orizzonte politico nazionale e regionale – ha detto nel suo saluto il presidente della FIDAE Sicilia, padre Vitangelo Carlo Maria Denora SJ, direttore generale del Gonzaga Campus -. Le scuole si chiedono cosa stia succedendo non solo nelle parole ma anche nei fatti per gli itinerari che si stanno definendo a livello legislativo ed operativo. Siamo associazioni che abbiamo il desiderio di essere a servizio di tutta la scuola italiana e quindi vogliamo essere partecipi di tutto il processo storico. Ricordiamoci che una buona istruzione fa la differenza nella vita delle persone e nella società che ci circonda”.

Dario Cangialosi, presidente regionale della FISM – Federazione Italiana Scuole Materne, pone l’accento sul rapporto 2023 di Save The Children: un bambino su quattro in Italia è a rischio povertà educativa e vulnerabilità. Abbiamo l’impegno di garantire entro il 2030 per ogni bambina e bambino uno sviluppo infantile di qualità, mettendo in campo almeno il 45% dei posti negli asili. Il prof. Giuseppe Verde del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo ha delineato prospettive e scenari del diritto allo studio nel quadro di una autonomia differenziata. “Sulla vicenda del regionalismo differenziato, si è percepito un certo attacco all’art.116 della Costituzione. La Sicilia è ed è stata per anni il laboratorio costituzionale dell’autonomia.

E’ necessario chiamare a raccolta le migliori intelligenze siciliane affinché si crei quell’attaccamento alle istituzioni dell’autonomia. Occorre aprire il massimo confronto per capire le scelte delicate che si dovranno fare. Vorrei chiedere alla politica che senso abbiamo dato, negli anni, a questa nostra autonomia speciale? Però mi dico con realismo, se non avessimo avuto l’autonomia speciale, il livello di povertà sarebbe stato catastrofico. L’autonomia è stato un elemento di sviluppo del territorio per cui si è costruito l’ordinamento democratico. Un aspetto importante sono i livelli essenziali delle prestazioni connessi ai diritti civili che si dovranno attuare. Dietro la parola diritti ricordiamoci che ci sono prestazioni, organizzazioni, funzioni e costi.

Chiediamoci come si declinerà l’istruzione in tutti i suoi principali aspetti; quanti passaggi questo diritto, per esser tale, presuppone e quali costi comporta l’esercizio di questo diritto? Occorre ripensare alla filiera della formazione, a tutti i livelli. E’ necessario che si formi un gruppo di persone che si metta a lavorare seriamente su questo tema affinché la politica si metta in ascolto. Dobbiamo ripensare integralmente all’autonomia speciale rivedendo lo statuto che è stato scritto nel 1946″. Al confronto ha partecipato, pure, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno, l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione Girolamo Turano.

“Ricordiamoci che il buon padre di famiglia deve capire le necessità di un figlio rispetto all’altro – ha affermato il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. La Sicilia non è al passo con la Lombardia e questo lo sappiamo tutti. Un ragionamento non si può fare rispetto al numero degli abitanti ma solo in una chiave complessiva della allocazione delle risorse. La scuola rappresenta la nostra futura classe dirigente. Oggi abbiamo una grande crisi dettata dalla crescita della dispersione scolastica.

Allora le risorse vanno ripartite con una programmazione seria. Il mio auspicio è quello di lavorare tutti insieme per un processo che sarà lungo sull’autonomia differenziata. La questione si deve affrontare rispetto allo stato di insularità”. “Il sistema Paese lo si salva tutto intero se siamo nelle condizioni di poterlo fare – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione Girolamo Turano -. Io che rappresento la politica mi chiedo se la situazione che si è generata in Sicilia è frutto di congiunture negative o è una situazione strutturale. In quel caso dobbiamo metterci quel pezzo di responsabilità concreta che ci riguarda. Dobbiamo capire, e in questo ci affidiamo ai costituzionalisti, quale percorso si deve intraprendere.

Io non contesto un sistema premiale perché finora i soldi a noi non sono mancati. Se siamo un poco più arretrati degli altri chiediamoci se questo non è stato frutto di alcune scelte. Il Paese si salva tutto insieme e in maniera unitaria. Affidiamoci a chi può aiutarci con le giuste competenze per capire quali scenari si apriranno”. Sono intervenuti, inoltre, Marco Anello dell’Ufficio Scolastico Regionale, l’assessore comunale all’istruzione Aristide Tamajo per conto del sindaco Lagalla, la prof.ssa Luisa Amenta in rappresentanza del rettore dell’Unipa Massimo Midiri.