Il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo ha revocato le sanzioni pecuniarie imposte dai funzionari della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali agli eredi di un edificio situato nella zona B della Valle dei Templi ad Agrigento.
L’edificio in questione, una struttura di cinque piani, fu costruito nel 1983 da un cittadino di Agrigento, nonostante l’assenza iniziale di un permesso di costruzione adeguato.
Tuttavia, la situazione venne regolarizzata nel 2004, quando la Soprintendenza concesse l’autorizzazione necessaria, sanando retroattivamente la costruzione.
Nonostante ciò, nel 2021, una nota della stessa Soprintendenza ha spinto l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana a emettere ingiunzioni di pagamento contro i proprietari, basate sull’articolo 167 del Decreto legislativo n. 42/2004. Le sanzioni erano motivate dalla presunta maggiore quantità di danno causato al paesaggio rispetto al profitto ottenuto dalla costruzione abusiva.
Gli attuali proprietari, eredi diretti del costruttore originale, hanno deciso di contestare queste sanzioni, assistiti dagli avvocati Girolamo Rubino, Vincenzo Airò e Rosario De Marco Capizzi. Durante il processo, hanno sottolineato l’irrilevanza delle sanzioni pecuniarie, poiché l’edificio era stato completato ben prima dell’introduzione del vincolo paesaggistico del 1985, stabilito dalla Legge Galasso.
I legali hanno argomentato efficacemente che, secondo la sentenza n. 75 del 24 marzo 2022 della Corte Costituzionale, le sanzioni pecuniarie non potevano essere applicate retroattivamente. Inoltre, hanno messo in luce come il vincolo archeologico e paesaggistico fosse stato introdotto solo successivamente alla costruzione dell’edificio, rendendo quindi la sanzione inapplicabile.
Il 2 maggio 2024, le argomentazioni degli avvocati hanno trovato conferma nelle sentenze del TAR-Palermo, che hanno annullato le sanzioni pecuniarie, dichiarandole illegittime. Questo esito rappresenta non solo una significativa vittoria legale per i proprietari, ma anche un precedente importante per casi simili riguardanti la legislazione paesaggistica e i diritti dei proprietari di terreni.
L’annullamento delle sanzioni da parte del TAR-Palermo ha suscitato ampio dibattito sulla gestione dei beni culturali e sulla protezione del paesaggio in Italia, sollevando questioni sulla retroattività delle leggi e sulla giustizia amministrativa nel contesto di vincoli storici e culturali.