Con un’importante ordinanza, il TAR di Palermo ha sospeso l’ammonimento disposto dal Questore di Agrigento nei confronti del sig. R.M., accusato di stalking.
Il provvedimento del Questore, emesso il 3 aprile 2024, invitava l’uomo a mantenere una condotta conforme alla legge, avvertendolo che ogni ulteriore molestia o minaccia sarebbe stata segnalata all’Autorità Giudiziaria competente.
L’ammonimento era basato su una segnalazione dei Carabinieri, intervenuti a seguito di una denuncia della presunta vittima e su alcune certificazioni mediche che attestavano un’aggressione nei suoi confronti.
Non accettando il provvedimento, il sig. R.M. ha conferito mandato agli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, i quali hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, contestando diversi aspetti del provvedimento.
In particolare, i legali hanno criticato l’ammonimento per la mancata audizione del loro assistito, un passaggio previsto dalla normativa di riferimento, e per l’insussistenza dei presupposti necessari per legittimare tale misura.
Gli avvocati Rubino e Piazza hanno inoltre sottolineato il grave pregiudizio arrecato al loro assistito, chiedendo la sospensione degli effetti del provvedimento del Questore.
Con ordinanza del 6 settembre 2024, il TAR di Palermo ha disposto l’acquisizione delle annotazioni dei Carabinieri della Tenenza di Favara, documento fondamentale per la valutazione del caso. In seguito all’udienza del 26 settembre 2024, il tribunale ha accolto le argomentazioni della difesa, ritenendo che la condotta del sig. R.M. non fosse riconducibile alla fattispecie di stalking, e ha quindi sospeso l’efficacia dell’ammonimento.
Il TAR ha anche evidenziato come il provvedimento impugnato incidesse su diritti soggettivi di rilievo costituzionale, riconoscendo il potenziale pregiudizio che l’ammonimento avrebbe comportato per il ricorrente.
La decisione del TAR di Palermo sospende dunque l’efficacia dell’ammonimento disposto dal Questore di Agrigento, restituendo al sig. R.M. la piena tutela dei suoi diritti in attesa della definitiva risoluzione della vicenda giudiziaria.