La banca del sangue cordonale del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Sciacca è inserita in nomination per l’assegnazione dei riconoscimenti del premio “Best InSanitas”, l’evento in prima edizione che l’Associazione InSanitas, editrice dell’omonima testata giornalistica, ha ideato per rendere merito alle eccellenze in campo sanitario sul territorio siciliano.

Le linee d’attività e gli obiettivi perseguiti dalla struttura saccense, diretta dal dottor Pasquale Gallerano, concorreranno nella categoria “medicina del territorio” all’assegnazione di uno dei dieci premi “Top InSanitas” e alla conquista del premio assoluto “Best Insanitas”.  La kermesse, che radunerà il meglio delle azioni progettuali e delle iniziative portate a termine durante il 2021 e che fruisce del patrocinio dell’Assessorato regionale alla Salute, si svolgerà il prossimo 18 settembre a Palermo presso il teatro Santa Cecilia.

Il solo fatto di far parte delle nomination per l’assegnazione del premio ideato dall’autorevole testata giornalistica InSanitas certamente rappresenta già un riconoscimento non solo per la banca cordonale di Sciacca ma per l’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento nella sua interezza. La struttura così come tutte banche cordonali in Italia, custodisce le staminali già commissionate verso il sistema ematopoietico e destinate alla rigenerazione dei globuli bianchi, rossi e delle piastrine.

Si tratta di un formidabile strumento che, non a caso, viene spesso indicato in gergo medico “tecnica rescue” in quanto si presenta come un vero e proprio meccanismo di salvataggio attraverso cui ripopolare, in una ventina di giorni, il midollo osseo di pazienti affetti da molte patologie ematologiche come le leucemie e i linfomi o malattie genetiche come l’anemia mediterranea o talassemia.

La banca cordonale del “Giovanni Paolo II” oltre a raccogliere e custodire le donazioni solidaristiche del sangue cordonale, conserva anche le unità per uso dedicato, cioè quelle da destinare ad un membro della famiglia affetto da una patologia curabile con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, oppure da utilizzare nel caso in cui, nell’ambito della stessa famiglia, vi sia un elevato rischio di malattie genetiche che potrebbero riguardare futuri figli.

La struttura di Sciacca è dotata di un’area di stoccaggio con sei locali criobiologici per più di 500 metri quadrati di spazi freddi. Le sale ospitano contenitori criogenici di ultima generazione configurabili sia al funzionamento con azoto liquido sia con i vapori di azoto. Queste aree dispongono di sistemi di sicurezza funzionali al mantenimento dell’integrità a lungo termine delle cellule staminali.