Nessun funerale o funzione aperta al pubblico per Totò Riina. La chiesa italiana infatti, con una netta imposizione, si scaglia contro i possibili funerali cattolici che potrebbero essere chiesti da parte dei parenti. “È impensabile – dicono i vescovi – per un criminale che si è macchiato di delitti per i quali, come ha detto Papa Francesco, c’è la scomunica, di programmare un funerale cattolico. La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio ma non possiamo confondere le coscienze” – ha detto il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, don Ivan Maffeis. A dare man forte al portavoce del CEI, vi è pure Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, il quale dichiara: “Trattandosi di un pubblico peccatore non si potranno fare funerali pubblici. Ove i familiari lo chiedessero si valuterà di fare una preghiera privata al cimitero”. Sembrano lontani dunque gli episodi di connivenza tra Chiesa e mafia, che pure si erano verificati: padrini di battesimo scelti nelle cosche, processioni guidate da mafiosi, funerali in pompa magna come quello di due anni fa a Roma per Vittorio Casamonica . Il massimo che il fù boss di Cosa nostra Riina potrà ottenere sarà quindi, qual ora richiesto, una semplice preghiera al cimitero.