Un fermo immagine tratto da un video della guardia di finanza mostra un intercettazione ambientale durante l'operazione della Finanza che ha portato alla luce gli affari milionari dei clan palermitani e gli investimenti per il riciclaggio del denaro sporco a Palermo, 16 luglio 2018. ANSA/GUARDIA DI FINANZA EDITORIAL USE ONLY NO SALES

Quaranta anni di carcere: è la pena complessiva inflitta dai giudici della quinta sezione penale del tribunale di Palermo a 12 indagati dell’inchiesta denominata Delirio della guardia di finanza scattata nel 2018 nei mandamenti di Porta Nuova e Resuttana.

Dodici imputati sono stati assolti. La pena più pesante è stata inflitta a Giuseppe Corona, condannato a 19 anni e mezzo di carcere. Oltre a Corona, imputato di mafia, sono stati condannati per intestazione fittizia Roberto Bonaccorso 3 anni e 3 mesi, Maria Laura Bonaccorso, 3 anni, Francesco De Lisi, 3 anni, Salvatore e Calogero Sanfratello, 2 anni, Maurizio Tafuri, 3 anni, Silvano Bonaccorso, 3 anni, Giuseppe Abbagnato, 2 anni; Loredana Ruffino, 3 anni e Stefano Madonia 4 anni. Gianpiero Giannotta, 3 anni.

Sono stati assolti, Giuseppe Buccheri, difeso dall’avvocato Giulio Bonanno, Domenico Lo Iacono e Giuseppa Ocello, difesi dall’avvocato Antonio Turrisi, Aldo e Francesco Calandra difesi dagli avvocati Giovanni Castronovo e Silvana Tortorici, Angela Gnoffo difesa da Valentina Castellucci e Giovanni Castronovo, Salvatore Calabrese, Nunzio Oliveri, Aurelio Ferrino. E’ stata riconosciuta una provvisionale per le parti civili: Solidaria, Sos Impresa, Confcommercio, Centro Pio La Torre, Federazione anti racket.

Nel 2018 nel corso dell’operazione Delirio furono 28 gli arrestati ci furono sequestri milionari di società e immobili. Secondo le indagini i soldi dello spaccio di stupefacenti venivano reimpiegati in attività commerciali a Palermo e provincia. Nel 2020 ci furono le prime condanne e assoluzioni in abbreviato.