Controlli carabineri messina, due arresti

I carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 33 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine su competizioni sportive non autorizzate, maltrattamento di animali, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio. 

L’operazione ha consentito di disarticolare il clan Galli e di individuare una rete di distribuzione della droga che opera in vari quartieri di Messina. L’indagine ha documentato il controllo della cosca sul business delle scommesse sulle corse clandestine di cavalli organizzate di notte in città e in periferia

In esecuzione dei provvedimenti,18 persone sono state associate in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 9 sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

l’associazione mafiosa e le corse clandestine di cavalli

Le misure cautelari si basano sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Messina nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “Cesare”, concernente l’attuale operatività della famiglia mafiosa denominata “clan Galli”, operante nel rione “Giostra” di Messina e riconducibile a GALLI Luigi cl. 1956, capo storico del sodalizio, la cui esistenza, negli anni, è stata riconosciuta in varie sentenze passate in giudicato.

L’indagine, basata anche sul contributo dichiarativo di un collaboratore di giustizia, ha consentito di individuare ulteriori 7 affiliati alla citata compagine mafiosa, ai quali è stato contestato il reato di partecipazione ad associazione mafiosa e di documentarne, fra l’altro, l’operatività con metodo mafioso, nell’organizzazione di corse clandestine di cavalli e nella gestione delle relative scommesse illecite, i cui proventi alimentavano le casse del sodalizio criminale. Tale settore criminale è da sempre appannaggio della criminalità organizzata messinese, come accertato in passato in varie indagini.

Le investigazioni hanno fatto emergere il ruolo di IRRERA Giuseppe, commerciante di prodotti ortofrutticoli e genero di GALLI Luigi, quale rappresentante di spicco del clan Galli sul territorio, in forza della fiducia accordatagli dal suocero che da anni è recluso in regime di cui all’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario.

L’IRRERA e i suoi sodali erano, fra l’altro, deditiall’organizzazione di competizioni clandestine di cavalli, da cui traevano ingenti profitti attraverso la gestione del correlato e proficuo business delle scommesse illecite. Il gruppo criminale aveva base operativa presso un noto negozio di rivendita di frutta e verdura di proprietà dell’IRRERA, sito nel popoloso quartiere cittadino di Giostra, ove avvenivano anche le riunioni per organizzare le competizioni.

Alcuni sodali (VENTO Francesco, MUNNIA Grazie Maria, VECCHIO Salvatore e GALLI Giuseppe) si occupavano di accudire e preparare i cavalli, sottoponendoli agli allenamenti e, grazie ad un veterinario compiacente, alla somministrazione illecita di farmaci per migliorarne le prestazioni, nonché provvedendo alla raccolta del denaro puntato dagli scommettitori e alla gestione dei successivi pagamenti.

Le corse clandestine si svolgevano nel corso della notte, in pochissimi minuti, su strade urbane ed extraurbane che venivano rapidamente chiuse al transito delle auto da gruppi di giovani a bordo di scooter e motocicli, con il fine di consentire il passaggio di cavalli e calesse e di rallentare l’eventuale intervento di pattuglie delle forze di polizia.

Nel corso delle investigazioni sono stati documentati rapporti tra il gruppo criminale di Giostra e il catanese GRILLO Sebastiano, per l’organizzazione di corse di cavalli tra scuderie messinesi e catanesi, nonché interessanti interlocuzioni con esponenti della criminalità mafiosa catanese, riconducibili al clan Santapaola, per la risoluzione di controversie connesse con la gestione dei proventi delle scommesse clandestine. Le gare tra messinesi e catanesi venivano organizzate nella zona di Fiumefreddo di Sicilia (CT), posta a confine tra la Provincia di Messina e quella di Catania.

Le dinamiche che caratterizzano il controllo delle gare clandestine di cavalli ad opera della criminalità mafiosa, emergono proprio da un incontro tra l’IRRERA ed esponenti del clan Santapaola di Catania, finalizzato a dirimere una controversia relativa ad una corsa che il messinese considerava irregolare, in quanto truccata da una scuderia rivale di catanesi. Guardando alcuni filmati della corsa, l’iRRERA si era infatti accorto che alcuni giovani su uno scooter avevano favorito il calesse rivale, e ciò a suo dire lo legittimava a non pagare la posta perduta e a pretendere la ripetizione della competizione, cosa che gli fu accordata dai catanesi a seguito degli incontri chiarificatori con i Santapaoliani.

l’intestazione fittizia di beni

L’IRRERA Giuseppe è anche indagato di trasferimento fraudolento di valori per avere fittiziamente intestato a prestanome una società immobiliare e le quote di una ditta titolare di una nota enoteca del centro di Messina. Le due società e i relativi beni aziendali, per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro, sono quindi state sottoposte a sequestro preventivo eseguito nella mattinata odierna.

il traffico di sostanze Stupefacenti

L’operazione ha anche consentito di procedere all’arresto di numerose persone dedite alla distribuzione di droga di vario genere nella città di Messina, contestando il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ad 11 indagati.

Un primo gruppo criminale capeggiato da ALTAVILLA Carlo, operava sia nel rione messinese di “Giostra” che a “Santa Lucia Sopra Contesse”, nella zona sud della città, rifornendosi di ingenti quantitativi di cocaina e marijuana in Calabria e Campania, per poi procedere alla distribuzione del narcotico al dettaglio, attraverso una rete di spacciatori. Lo smistamento della droga avveniva anche all’interno di un negozio di barbiere gestito da due sodali e le indagini hanno fatto emergere anche episodi di estorsione per il recupero di crediti derivanti dalle narco-transazioni.

Un secondo gruppo criminale è stato individuato grazie all’indagine convenzionalmente denominata “Affari di Famiglia”, condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Sud che ha documentato l’operatività di un sodalizio a composizione familiare, dedito alla stabile distribuzione di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, nei rioni “Villaggio Aldisio” e “Fondo Fucile”, ubicati nella zona sud della città. Una donna appartenente a tale gruppo criminale era solita utilizzare il figlio 12enne per effettuare le consegne senza incorrere nei controlli delle forze dell’ordine. Il minore è stato inserito all’interno di una comunità familiare, in ottemperanza di specifico provvedimento del Tribunale per i minorenni di Messina.

Le corse clandestine rappresentano un’emergenza criminale lungamente sottovalutata, pertanto è da lodare particolarmente questa inchiesta, poiché non si possono tollerare vistose manifestazioni di illegalità e di dominio territoriale da parte della criminalità organizzata. 

Le corse clandestine di cavalli, infatti, sono la manifestazione più plateale e popolare di controllo territoriale da parte dei clan. Il loro contrasto, oltre a salvare animali, si trasforma in antimafia sociale e riconsegna del territorio alla legalità”, commenta il dottor Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV.  

Proprio a Messina, in particolare nel Rione Giostra, abbiamo la presenza, acclarata anche in Cassazione, di un’organizzazione criminale di stampo mafioso dedita alla commissione di gravi delitti tra cui anche le corse clandestine.  

Nel 2017 con l’operazione “Beta”, veniva alla luce la presenza di una cellula di Cosa nostra catanese, diretta emanazione della famiglia etnea dei Santapaola-Ercolano. A carico del sodalizio furono evidenziati, tra gli altri, interessi nelle corse clandestine dei cavalli. 

Sempre nel 2017, a Messina, nell’ambito dell’operazione “Zikka”, i Carabinieri eseguirono una Ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di un sodalizio criminale, riconducibile al clan Spartà, responsabile di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata all’esecuzione di corse clandestine di cavalli.

Nello specifico, le investigazioni comprovarono come la consorteria organizzasse mensilmente corse clandestine di cavalli lungo le principali arterie stradali cittadine, gestendo il collaterale, lucroso circuito delle scommesse illegali. 

Nel 2016, invece, con l’operazione “Totem” fu individuato un gruppo criminale, riconducibile al clan Galli-Tibia, dedito tra le altre cose anche alla raccolta di scommesse illegali su corse clandestine di cavalli. 

Andando indietro nel tempo vanno ricordate le operazioni “Pista di sabbia” e “Gramigna”, entrambe del 2011. Con la prima, i Carabinieri di Messina, trassero in arresto 20 persone, dedite all’organizzazione di competizioni clandestine tra cavalli, disputate lungo alcune importanti arterie stradali cittadine. 

Con la seconda operazione, sempre i Carabinieri trassero in arresto complessivamente 37 persone, indagate a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, finalizzata alla commissione di svariati delitti tra cui organizzazione di corse clandestine di cavalli. 

Appare inverosimile come queste inchieste siano accomunate da condotte criminali ricorrenti, sistematiche, seriali, che seguono schemi, rituali e hanno continuità temporale. Infatti, gli individui coinvolti commettono gli stessi reati più volte; il modus operandi è ripetitivo e la scena criminis è quasi sempre la stessa– continua Troiano

Inoltre, varie indaginihanno documentato che parallelamente alle corse clandestine di cavalli le consorterie si rivolgono con attenzione al settore della raccolta delle scommesse e dei giochi on line.

Attraverso la gestione dei centri scommesse, infatti, come messo in luce dalla DIA, esse accrescono la propria capacità di penetrazione e controllo di altre attività nel territorio, in una sorta di circolo vizioso, cogliendo non solo opportunità di riciclaggio, ma anche la possibilità di dare lavoro a persone organiche a Cosa nostra”. 

Per fronteggiare le corse clandestine da anni occorre l’adozione di provvedimenti efficaci e diretti come: 

– controlli, anche di natura fiscale, sulla compravendita dei cavalli “dismessi” dall’ippica ufficiale per prevenire il loro riutilizzo nelle corse clandestine;  

– il divieto di circolazione su strada di mezzi trainati da animali; 

– l’inasprimento delle attuali sanzioni penali; 

– l’approvazione di una sanzione penale, sotto forma di delitto, per chi partecipa a qualsiasi titolo, anche in qualità di spettatore, alle corse clandestine;  

– il divieto di possedere cavalli, scuderie o attività inerenti l’ippica per i pregiudicati per reati a danno di animali, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, associazione per delinquere e reati di mafia, anche attraverso l’adozione di misure di polizia, personali e reali. 

Il primo segnale che occorre dare è il sequestro dei cavalli usati nelle corse e di tutti quelli nelle disponibilità di tali criminali, seguita da una massiccia e penetrante azione di contrasto tesa a confiscare tutti i proventi illeciti ricavati dalle corse illegaliPer un’azione di contrasto efficace occorre adottare una visione strategica unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata: solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente”, conclude Troiano.