Unrecognizable young woman showing on her smartphone screen a certificate of immunity against Covid19. Concept of travel and health protocols during the corona virus pandemic.

Non serve il Green pass per accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale ma non tutti lo sanno e forse neanche tutti gli operatori del settore hanno compreso la norma.

E’ quanto emerge dall’esperienza della giornalista Marta Genova, che racconta, per BlogSicilia, quanto accaduto personalmente a lei e la risposta dell’Asp di Palermo: gli utenti possono segnalare eventuali difformità all’ufficio competente.

Potrebbe capitarvi, come già successo ad altri cittadini, di prenotare, per voi stessi o per vostro figlio, una “prestazione assistenziale”, presso l’Asp di Palermo (l’azienda sanitaria provinciale che dipende, insieme ad altre otto, dall’Assessorato regionale della Salute), e che al telefono vi venga richiesto dal medico o da chi effettua la prenotazione, l’esibizione obbligatoria del Green pass o di tampone per poter usufruire dell’assistenza.

Bene, sappiate che si tratta di un “errore” che il medico compie, di una “errata interpretazione dell’attuale normativa”, e niente del genere può essere chiesto agli utenti che devono usufruire di una prestazione sanitaria presso le Asp.

Accade che a un genitore, che destino ha voluto fosse anche una giornalista, la sottoscritta, venga fissato l’appuntamento e che la dottoressa del reparto, in chiusura della telefonata, dica «Lei e sua figlia siete vaccinate? Perché l’accesso può avvenire solo dietro esibizione di green pass, sia per la prima visita che poi eventualmente per le successive che saranno necessarie».
Chiedo spiegazioni e mi viene ribadito che è la legge, che funziona così e funziona così ovunque.

La risposta non mi quadra per nulla visto che l’articolo 10 della legge del 23 dicembre 1978, n. 833 (istituzione del servizio sanitario nazionale), relativo alla “organizzazione territoriale”, recita che “Alla gestione unitaria della tutela della salute si provvede in modo uniforme sull’intero territorio nazionale mediante una rete completa di unita’ sanitarie locali. (…) Sulla base dei criteri stabiliti con legge regionale i comuni,singoli o associati, o le comunità’ montane articolano le unità sanitarie locali in distretti sanitari di base, quali strutture tecnico-funzionali per l’erogazione dei servizi di primo livello e di pronto intervento”.

E ancora, rispetto a questi servizi ecco cosa dice la normativa a riguardo: “I Livelli essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse)”.

I principi fondamentali su cui si basa il Servizio Sanitario Nazione dalla sua istituzione, avvenuta con la legge n.833 del 1978, sono l’universalità, l’uguaglianza e l’equità. Si legge: “La salute è diritto di tutti, tutelato dalla Costituzione italiana”. Il Servizio sanitario nazionale (SSN) è un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione.

Quel che ho deciso di fare allora è stato scrivere, specificando di essere sì un genitore ma anche una giornalista, una lunga e dettagliata e-mail indirizzata alla direzione generale dell’Asp di Palermo, al presidente della Regione siciliana Musumeci, all’assessore alla Sanità Razza, al garante della Privacy, nonché all’Istituto superiore della Sanità.
Dopo un paio di giorni sono stata contattata; è inizia una lunga mattinata di telefonate, anche con la stessa dottoressa che aveva fissato il mio appuntamento la quale continuava a ribadire che le cose stanno come lei aveva detto e che lo stabilisce il decreto cui loro devono attenersi.
Viene fatto notare che il decreto non obbliga nessun utente a dover avere un Green Pass per accedere alle prestazioni e che se si vieta l’ingresso quindi si compie un illecito. La dottoressa ribatte che avrebbe chiamato il suo avvocato per informarsi e capire cosa avrebbe rischiato facendo entrare un utente/paziente senza il green pass.

La questione sul tavolo del Direttore generale

Nel frattempo, la questione è arrivata alla segreteria della dottoressa Daniela Faraoni, direttore generale dell’Asp di Palermo; vengo contattata al telefono e mi dicono che – a seguito di confronti con i vari distretti dell’ Asp di Palermo, e dunque a seguito di verifica – è chiaro che si è trattato di un errore e ribadiscono che in nessuna azienda sanitaria provinciale può essere richiesta la certificazione verde per accedere ai servizi.

Arriva il chiarimento: è un errore, non serve green pass

Situazione chiarita e risolta quindi, ma c’era ancora l’ultima cosa da sistemare; perché se è vero che da utente/genitore il (mio) problema ha trovato soluzione è anche vero che da giornalista sono tenuta a informare i cittadini di come stanno le cose. E se i medici commettono un errore di interpretazione rispetto a una norma, il ruolo del giornalista impone di rendere un servizio al lettore, ovvero informare del fatto che ogni cittadino anche senza certificazione verde può accedere al servizio sanitario al pari di qualunque altro, senza alcuna distinzione e disuguaglianza.

La risposta ufficiale dell’Asp

Dunque considerando la mia “duplice veste” era necessaria una risposta ufficiale da parte dell’Azienda. Eccola qui: “La normativa attualmente in vigore consente l’accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale agli utenti sprovvisti del green pass. Eventuali difformità, per quanto riguarda l’Asp di Palermo, possono essere segnalate al competente Ufficio Relazioni con il Pubblico”.