L’operazione antidroga “Zefiro”, avviata il 19 luglio, ha portato all’emissione di ulteriori quattro misure cautelari.
Inizialmente, erano stati eseguiti undici fermi a carico di altrettanti indagati, accusati di aver creato un vasto giro di droga nell’Agrigentino, con origine a Lampedusa.
Il provvedimento recente segue il rigetto da parte della Cassazione del ricorso della difesa contro la decisione del tribunale del riesame.
Quest’ultimo aveva annullato la decisione del gip di Agrigento che negava la richiesta della procura.
Antonino Di Maggio, 59 anni, di Lampedusa, è stato incarcerato, mentre Vincenzo Barbera, 30 anni, di Mazara del Vallo e residente a Lampedusa, e Giovanni Blandina, 90 anni, anch’esso di Lampedusa, sono agli arresti domiciliari.
Vincenzo Alessio Lo Verde, 34 anni di Erice e residente a Lampedusa, ha ricevuto l’obbligo di dimora. L’inchiesta è partita dall’arresto di Ignazio Umberto Blandina, figlio di Giovanni, trovato con 24 chili di cocaina in casa.
Il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il pubblico ministero Giulia Sbocchia hanno indagato sulla rete dietro a Blandina, che ha collaborato con gli inquirenti ottenendo una riduzione di pena.
Sospettano che due grossi carichi di cocaina siano stati trovati casualmente da pescherecci, dopo essere stati abbandonati in mare da narcotrafficanti internazionali, dando origine alla rete di spaccio. Dall’arresto di Ignazio Umberto Blandina, sono stati effettuati 22 fermi con le operazioni “Levante” e “Zefiro”.