Nelle ultime ore, l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) ha formalmente presentato una denuncia presso la Procura della Repubblica di Palermo per il crudele maltrattamento e l’uccisione di un cane pitbull.
L’animale è stato legato a un palo e poi brutalmente dato alle fiamme, perdendo la vita nella scorsa notte.
L’Ufficio Legale dell’Oipa non si è limitato a questa azione legale, ma ha inviato un’istanza al sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, chiedendo l’emissione di un’ordinanza interdittiva.
Tale ordinanza dovrebbe vietare al responsabile dell’orrendo gesto, nonché ai suoi familiari e conviventi, di detenere animali.
L’autore di questo atto atroce rischia fino a 27 mesi di reclusione, ma il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, ritiene che questa pena sia insufficiente.
Egli esprime la necessità di un inasprimento delle pene per i reati contro gli animali, un impegno promesso da diverse parti politiche.
Comparotto avverte che coloro che commettono atti così violenti contro gli animali sono individui pericolosi, con il potenziale per passare dall’aggressione animale a quella umana.
Egli sottolinea che l’ordinamento giuridico dovrebbe considerare questo aspetto.
L’Oipa, da sempre sostenitrice di pene più severe per i reati contro gli animali, evidenzia il rischio di emulazione che deriva dalla diffusione massmediatica di notizie di questo genere.
La crescente esposizione di simili casi può portare a un aumento del fenomeno, pertanto l’organizzazione sollecita lo Stato a intervenire.
Sottolineando che gli animali sono esseri senzienti, ora tutelati dalla Costituzione all’articolo 9, l’Oipa invoca un intervento rigoroso contro coloro che si dimostrano violenti e pericolosi nei confronti degli animali.