Parole forti quelle che escono dalla bocca di Padre Ribaudo. Il parroco della parrocchia di Maria Santissima del Carmelo ai Decollati di Palermo infatti, racconta che alcuni mafiosi lo avrebbero avvicinato nel 1993 per riferirgli che Bernardo Provenzano voleva dissociarsi dall’associazione criminale cosa nostra. Secondo il prete quindi, Provenzano, latitante da trent’anni, faceva già parte del mazzo di coloro che si sarebbero voluti consegnare allo Stato. Il tutto avviene dopo un suo appello televisivo andato in onda sempre nel 1993 in cui chiedeva ai mafiosi di convertirsi. Dopo tale appello, a quanto pare, il parroco avrebbe parlato di incontri con alcuni mafiosi che si consideravano disposti a consegnarsi a condizione che, oltre a uno sconto di pena, non avrebbero mai rivelato nomi o fatti. Andò a riportare subito la proposta ad alcuni magistrati della Procura di Palermo, tra cui Gian Carlo Caselli e Luigi Patronaggio, ma vi fu un rifiuto netto e categorico di accogliere le istanze dei mafiosi da parte delle istituzioni perché, stando a quando racconta don Ribaudo, i magistrati gli avrebbero dato una risposta chiara ed esemplare: “Lo stato non tratta con la Mafia”.