Dopo essere finito sotto processo con l’accusa di aver ucciso il clochard Marcello Cimino, bruciandolo vivo mentre dormiva su un giaciglio di fortuna davanti al ricovero dei Capuccini a Palermo, i due pm Alfredo Gagliardi e Maria Forti hanno chiesto la condanna all’ergastolo per Giuseppe Pecoraro. L’uomo, era stato arrestato dalla polizia poche ore dopo il delitto e ripreso inoltre durante l’omicidio da una telecamera di videosorveglianza. Dopo essere stato messo in sede di interrogatorio all’evidenza dei fatti, Pecoraro ha confessato raccontando agli inquirenti di aver agito perché Cimino insidiava la sua compagna. Secondo i periti nominati dal giudice, l’imputato era capace di intendere e di volere quando agì mentre era di parere opposto la perizia della difesa affidata agli avvocati di Pecoraro, Carolina Varchi e Brigida Alaimo, i quali, all’inizio dell’udienza, hanno avanzato la richiesta di sospensione del processo per accertare la capacità di stare in giudizio di Pecoraro. Richiesta successivamente respinta dal giudice dopo l’opposizione della Procura e del difensore delle parti civili, Antonino Palazzotto.
Di Pietro Geremia